«Al Sud cure peggiori e il cancro uccide di più»

RomaGli italiani non sono tutti uguali di fronte al cancro. Sono ancora troppe le disparità sul territorio sia nel trattamento degli acuti sia nell’assistenza ai cronici e in particolare quella domiciliare. Una denuncia precisa e ben documentata che la Favo (Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia) presenta in occasione della IV giornata nazionale del malato oncologico, che si terrà il 2 e il 3 maggio a Taranto. Città scelta perché, purtroppo «in tutta Italia è qui che si muore di più a causa del tumore», dice Fabio Salvatori portavoce Favo e autore del libro «Cancro non mi fai paura».
E proprio per combattere questa disparità e anzi far sì che non peggiori con l’avvento del federalismo fiscale il presidente Favo, Francesco De Lorenzo, chiede l’impegno del governo e delle istituzioni. L’ex ministro della Sanità, che fu travolto dallo scandalo di Tangentopoli, è passato attraverso una dolorosa esperienza personale e ha fatto della lotta al cancro il suo principale impegno.
«Ogni malato di cancro conosce quali sono le difficoltà e le differenze di trattamento per averle provate sulla propria pelle - dice De Lorenzo -. Sono due le disparità che vanno affrontare e risolte subito: l’accesso ai farmaci e l’erogazione del sostegno per la disabilità, riconosciuta a chi è affetto da una patologia oncologica».
De Lorenzo sottolinea come in alcune regioni anche dopo il via libera da parte dell’Agenzia per il farmaco (Aifa) passino mesi prima che sia a disposizione dei malati. Questa difformità particolarmente grave per i nuovi farmaci antiblastici perché alcune regioni come ad esempio l’Emilia-Romagna non sono ancora stati inseriti nei protocolli. De Lorenzo poi denuncia che nonostante l’Inps abbia accelerato le procedure per l’erogazione dell’assegno di disabilità a 15 giorni dopo l’attestazione di tale condizioni, in alcune regioni, in particolare la Sicilia si aspetta anche un anno prima di ricevere il sostegno.
Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, intervenuto al convegno garantisce il suo impegno per difendere «la qualità della vita del malato oncologico» e anche il ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna ha assicurato il proprio impegno per superare la spaccature del Paese anche in questo campo. Con il federalismo fiscale che introduce il principio di responsabilità nella gestione delle spese molte disparità scompariranno, dice il ministro.
Ma quali sono le diseguaglianze più gravi? Sono circa due milioni gli italiani che nella loro vita hanno avuto una diagnosi di tumore. Liguria e Friuli Venezia Giulia sono le regioni dove ci si ammala di più. Oltre alle difformità denunciate da De Lorenzo molto grave appare la distanza tra nord e centro-sud per la radioterapia.

Su 125mila pazienti che hanno ricevuto tale trattamento il 58 per cento si concentra nel nord. Molto carente anche l’assistenza domiciliare integrata che varia dai 20 casi ogni mille abitanti del Friuli ai 3 della Campania.

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