Quando una settimana fa lo staff di Silvio Berlusconi decise di aprire un account su Instagram, il social media di condivisione di foto, ai più è sembrato un divertissiment, un gioco, una notizia curiosa da riportare in calce alle pagine dei giornali.
Invece era una scelta mirata, frutto di un'analisi approfondita e strategica: nell’epoca del dominio dell’immagine sulla scrittura anche la comunicazione politica sul web si deve muovere privilegiando il “visivo”. Lo aveva previsto già negli anni ’60, Marshall McLuhan il grande sociologo della comunicazione, quando profetizzò: i politici dovranno abdicare “in favore della propria immagine, perché la propria immagine avrà immensamente più potere di quanto mai potranno averne loro”.
Questo il Cavaliere è stato il primo a intuirlo, rivoluzionando la comunicazione politica con la sua discesa in campo fin dagli anni ’90 e facendo irrompere l’immagine (prevalentemente televisiva) nell’ambito di una politica politica ancora chiusa dentro la propaganda ideologica e la fredda formalità delle tribune elettorali. Fu Berlusconi a capire per primo che l’impatto con i media visivi costruisce la leadership.
Non è un caso quindi che il Cavaliere abbia scelto proprio Instagram per inaugurare il suo ingresso diretto sul mondo dei social media e del web: l’immagine parla di ciò che si fa e di ciò che si è fatto, mentre la parola per lo più, racconta ciò che si deve fare.
Forse per questo Renzi predilige Twitter, il social delle parole e delle frasi chiuse in 140 caratteri che lui usa per gli infiniti annunci di cose che deve sempre realizzare: 140 caratteri di velocità e inconsistenza.
Fatto sta che il successo del Cavaliere, è stato impressionante: in pochi giorni l'account di Berlusconi (silvioberlusconi2015) ha raccolto oltre 27.000 followers, raggiungendo e superando quello di Matteo Renzi che su Instagram ci sta da un anno e mezzo.
La cosa non è sfuggita neppure alla CNN che ha raccontato il fenomeno dell’ex Primo Ministro italiano di 78 anni che rivela il suo “lato giovane”.
Ciò che non si dice è che è lo stesso Berlusconi a scegliere personalmente le foto che devono essere caricate sul suo profilo, alternando le immagini della campagna elettorale, con quelle più intimiste e informali.
Insomma l'anziano leader lascia
al palo il rampante politico che mastica Twitter e fa il piacione con i selfie. Lo batte proprio sul suo campo: quello della pretesa giovanilistica del web. Per una volta il Rottamatore è stato rottamato.@Giampaolo Rossi
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