Sul mercato del lavoro scontro aperto governo-Bankitalia

POLEMICHE «Sbagliato sommare i disoccupati con i cassintegrati e i cosiddetti scoraggiati»

Roma Prudentissima sulle prospettive post crisi: la crescita ci sarà, ma sarà «lenta» e «incerta». Impietosa sul lavoro, quando somma ai disoccupati anche cassintegrati e «scoraggiati», per dire che, in realtà, in italia non è utilizzato il 10 per cento della forza lavoro, pari a 2,6 milioni di persone.
La Banca d’Italia ha aperto il 2010 con previsioni molto caute e una polemica durissima con il ministero del Lavoro. Non è la prima volta, ma ieri Maurizio Sacconi ha bollato i dati di via Nazionale come «scientificamente scorretti». L’istituto guidato da Mario Draghi aveva rilevato che a novembre il tasso di disoccupazione «è salito all’8,3 per cento». Dato di consenso che riflette una tendenza riconosciuta anche dall’esecutivo. Poi pero il bollettino precisa che «per valutare compiutamente» i dati, ai disoccupati «vanno aggiunti i lavoratori in Cassa integrazione guadagni e le persone scoraggiate», quindi chi non cerca un’occupazione e non viene conteggiato nei dati ufficiali. Considerando tutti, si legge nella sintesi del bollettino, «nel secondo trimestre del 2009 la quota di forza lavoro inutilizzata» è «risultata superiore al 10 per cento».
Durissima la reazione di Sacconi che ha accomunato le previsioni dell’Istituto guidato da Mario Draghi a quelle del sindacato della sinistra: «Sommare, come fanno solo la Cgil e il Servizio studi della Banca d’Italia, i disoccupati veri e propri con i cassintegrati (che sono e restano legati alle rispettive aziende da un rapporto di lavoro solo temporaneamente sospeso) e addirittura con i cosiddetti scoraggiati - rileva - è un’operazione scientificamente scorretta e senza confronto con gli altri Paesi, ove ci si attiene all’autorità statistica».
Effettivamente la Cgil era stata la prima a commentare il bollettino: «Finalmente emerge il vero stato dell’occupazione in Italia e che il governo non potrà tacciare come inventato o inattendibile». Ma la spiegazione che dà la Banca d’Italia è diversa. Non è un tentativo di dare un nuova misura della disoccupazione. Si tratta semmai di misurare il mancato contributo dei non occupati alla produzione. D’altro canto - facevano notare ieri ambienti della Banca centrale - non è mai mancato l’apprezzamento di Bankitalia alle misure di sostegno ai redditi decise dal governo. Per il resto quelle di Bankitalia sono previsioni un po’ più pessimiste rispetto a quelle dell’Ocse per l’Italia, ma più ottimiste rispetto al precedente bollettino. Il Pil dell’anno in corso crescerà dello 0,7% mentre nel 2011 si attesterà all’1%. Sotto pressioni i conti pubblici.

Nel 2009 - secondo le tabelle del Bollettino - il rapporto deficit Pil dovrebbe salire al 5,3% del Pil e poi scendere al 5% nel 2010 e al 3,9% nel 2011. Meglio della media di Eurolandia, il cui deficit salirebbe dal 2% del 2008 al 6,4% del 2009.

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