Sul palco del Manzoni dieci brindisi alla musica «Doc»

Domenica parte la 24ª edizione della rassegna dedicata alla grande musica. Tanti big: Bregovic, Coleman e Chick Corea

Ritorna «Aperitivo in Concerto», ed è la ventiquattresima volta. La stagione 2008-2009 è stata presentata alla stampa con la partecipazione del Presidente Mediaset Fedele Confalonieri, la cui notoria passione per la buona musica lo costringe, quasi, ad essere presente ogni volta a questo battesimo e a parlare quanto il Direttore artistico Gianni M. Gualberto. Quest'anno i concerti sono dieci, tutti di altissimo livello come si può constatare leggendo l'elenco allegato: si comincia il prossimo 15 settembre e si termina il 9 febbraio 2009. La sede è quella tradizionale del Teatro Manzoni, domenica mattina o lunedì sera come il concerto inaugurale di Goran Bregovic, e salvo il secondo concerto che ha luogo mercoledì 24 settembre alle 21 al Teatro degli Arcimboldi con John Zorn, Lou Reed e Laurie Anderson. I primi due appuntamenti sono in collaborazione con il MiTo in pieno svolgimento.
Il cartellone propone come protagonista la musica contemporanea afro-americana più ancora che nel recente passato: è il giusto modo per riconoscerne l'attuale primato nel quadro della musica mondiale, e nello stesso tempo la capacità di richiamare un pubblico folto e competente, cioè consapevole che l'arte dei suoni contiene un pensiero come le altre arti. Non a caso nella scorsa primavera, facendo un breve consuntivo della stagione numero 23, abbiamo posto in risalto il tutto esaurito e gli applausi clamorosi che hanno approvato ogni concerto. Comunque sia, i meriti principali di Aperitivo sono almeno due. Il primo, quello di avere riportato il grande jazz a Milano dopo l'indimenticabile fase degli anni Cinquanta. Il secondo, ma non il meno importante, è la proiezione dei programmi verso il futuro, cercando nuovi interpreti e nuovi progetti. Il momento che stiamo attraversando è senz'altro critico, per cui si tende a celebrare il passato: basti osservare la quantità impressionante del festival estivi, simili l'uno all'altro salvo lodevoli eccezioni di grande impegno.
Nell'Aperitivo 2008-2009 non mancano comunque tre icone storiche che si possono definire a grande richiesta. Una è l'incredibile pianista Hank Jones ormai novantenne, superstite di tre celebri fratelli musici, che ha conservato intatte le agili mani della giovinezza e della maturità: si presenta con il consueto supporto di George Mraz, contrabbassista ceco regalato al jazz americano dalla musica classica, e Carl Allen alla batteria.

Segue Ornette Coleman, figura fondamentale della musica del Novecento senza distinzione di "generi", che ritorna a Milano in quartetto testimoniando ancora una volta la sua capacità di relazionarsi con la contemporaneità, pur mantenendo intatta, con profondo senso del dramma, il rapporto con la tradizione afro-americana: così si legge nella brochure che introduce la stagione. Infine ecco il pianista Chick Corea con il chitarrista John McLaughlin, a lungo sodali nel passato anche con Miles Davis.

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