da Milano
Peter Mandelson, Guenter Verheugen, Jacques Barrot, Charlie McCreevy e Janez Potocnik: sono i commissari europei che mercoledì durante la riunione dellesecutivo Ue a Bruxelles cercheranno di bloccare le proposte della collega lussemburghese Viviane Reding decisa ad abbattere le tariffe del roaming, ovvero il sovrapprezzo - rispetto alle chiamate nazionali - che gli utenti di telefonia mobile pagano quando si spostano da un Paese allaltro dellUnione. Due i punti più controversi in discussione: innanzitutto il principio - al quale Reding, come commissario responsabile per le Tlc, tiene molto - che non si debba pagare quando si ricevono telefonate allestero, ma solo quando si chiama (come avviene allinterno del proprio Paese); in secondo luogo, la decisione di intervenire non solo sui prezzi, per così dire, «allingrosso» (quelli che le compagnie fatturano luna allaltra per luso delle proprie reti da parte di utenti esteri), ma anche sulle tariffe applicate direttamente ai consumatori. Per Mandelson e Verheugen il livello dei «prezzi al dettaglio» dovrebbe essere lasciato al mercato; per il commissario lussemburghese, invece, in questo modo si risolverebbe solo il problema delle esose tariffe applicate tra operatori, ma non si garantirebbe il passaggio della riduzione dei prezzi da questo livello a quello degli utenti finali. Le proposte di intervento sulla formazione delle tariffe del roaming avevano già fatto scalpore, e suscitato subito una dura opposizione da parte degli operatori europei, quando la Reding ne aveva annunciato le grandi linee, qualche mese fa. Si trattava in effetti, si era osservato, del primo vero intervento normativo «pesante» scaturito da uniniziativa originale della Commissione Barroso.
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