da Roma
«Le riforme si fanno con tutti, non esistono interlocutori privilegiati». Così martedì scorso Palazzo Chigi ha cercato di smontare un ipotetico asse Berlusconi-Veltroni sulla legge elettorale. Il problema è il modello da seguire ma è chiaro che Pd e Pdl puntano a una riforma che renda ininfluenti le estreme e faciliti la governabilità. Proprio quelle estreme che consentono a Prodi di continuare a fare il premier. Veltroni fa il gioco delle tre carte e anche ieri ha detto che il sistema tedesco (che piace alla Cosa rossa e ai partitini centristi) «va benissimo». Ma cè un «però», perché bisogna dar vita a un «bipolarismo virtuoso».
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