Marcello Viaggio
«Vigili urbani, tassisti, benzinai e autotranvieri sono esposti a una perdita di circa 8 anni di aspettativa di vita». È quanto dichiara il professor Aldo Ferrara, titolare della II cattedra di malattie respiratorie dellUniversità di Siena. Sulle malattie professionali che colpiscono i vigili arrivano dal cattedatrico, già noto per precedenti studi e ricerche in materia, nuovi e più precisi riscontri scientifici. Dopo 10 anni di lavoro in strada, il deficit respiratorio medio negli uomini della polizia municipale è pari al 35 per cento; le allergie gravano sulla salute nella misura del 30 per cento. «Quando viene detto a bambini e anziani di stare a casa per il pericolo inquinamento, - interviene Alessandro Marchetti, segretario romano del sindacato Sulpm - in strada a controllare il traffico e a respirare lo smog restano i vigili urbani. Per noi non esiste alcuna tutela o riconoscimento di malattie professionali. Se stiamo male e non lavoriamo, ci detraggono addirittura lo stipendio. Non possono trattarci come carne da macello».
È di qualche giorno fa la notizia che a Roma il Corpo della polizia municipale doterà alcuni vigili cavia di specifici apparecchi da indossare sulla divisa, per registrare elettronicamente durante i turni di lavoro i gas tossici assorbiti e altre sostanze volatili. Alessandro Marchetti lancia, invece, più realisticamente un appello alle autorità: «Invitiamo il governo Prodi e il sindaco Veltroni a intervenire urgentemente per riconoscere la categoria a rischio agli operatori della strada, e a predisporre rotazioni tra i lavoratori esposti in prima persona al pericolo smog». «A causa dellinquinamento i vigili urbani sono sicuramente tra i lavoratori più esposti al rischio respiratorio e cardiovascolare», precisa Ferrara.
Accurato e dettagliato lo studio dellUniversità di Siena. Fra gli agenti inquinanti cui sono esposti i vigili spiccano: gli agenti irritanti del tratto respiratorio integrato (naso e bronchi) quali polveri o PM10; agenti tossici e cancerogeni che possono colpire organi «bersaglio» (amianto, piombo, benzene); agenti allergizzanti (polveri, pollini, muffe); agenti chimici eventualmente presenti sul sito di un incidente stradale. A gravare sulla salute anche la postura obbligata da prolungato servizio in piedi, che favorisce linsorgenza di patologie dellapparato vascolare periferico (specie nelle donne) e le malattie da rumore (prodotto dal traffico). Un capitolo a parte il benzene, la cui presenza nelle metropoli negli ultimi 20 anni è schizzata alle stelle. LUniversità di Siena lancia un grido dallarme: «Il benzene, che ha sostituito il piombo nelle benzine, è fra i killer più pericolosi per la salute. Basti pensare che nel Rapporto sulla Mobilità, edito dal Comune di Roma nel 1999, lintroduzione del benzene è considerato una semplice sostituzione di rischio». Fra i danni alla salute provocati dal benzene, il maggior rischio è a carico dellapparato riproduttore e renale, con il pericolo della leucemia. Fra le altre patologie ritenute diretta conseguenza dellinquinamento da traffico urbano, spiccano lasma bronchiale, le malattie cardiovascolari e i tumori, in particolare il cancro polmonare. «In generale - afferma Ferrara - va osservato che i dati sui Vigili Urbani si riferiscono a valutazioni quantitative effettuate nel territorio. I Vigili esposti a rischio ambiente, poi, sono colpiti da allergie nella misura del 30%, e il deficit funzionale respiratorio medio dopo 10 anni di lavoro è pari al 28-35%.
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