«È la fine di un incubo». Tira un gran sospiro di sollievo Roberto Speziale, padre del 17enne indagato per la morte dell'ispettore Raciti. «Mio figlio - ripete per lennesima volta - non ha commesso quel delitto e non mi stancherò mai di ribadire la sua assoluta innocenza. Sono stati per la mia famiglia quattro mesi d'inferno». Speziale, stanco e tirato in volto, aggiunge: «Sono felicissimo per la decisione del gip, ma sapevamo che sarebbe finita così perché non ho mai avuto dubbi sul fatto che mio figlio non c'entrasse nulla col delitto. E ora pensiamo solo a rivederlo al più presto a casa». E incassato il successo in questa battaglia adesso il padre del diciassettenne vuole andare oltre, vuole la vittoria completa con la riabilitazione del figlio. Speziale ci tiene a puntualizzare che il giovane non è un ultrà.
«Il ragazzo è solo un tifoso del Catania e non appartiene a nessun gruppo del tifo organizzato. Ha sbagliato di grosso, su questo non ci sono dubbi, ma non è un assassino. E smentisco le voci secondo le quali mio figlio sarebbe stato in passato coinvolto già in episodi di violenza durante le partite».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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