Suv, da tuttoterreno a veicoli «trendy» da guidare in città

Sportività, versatilità, design, tecnologia. Sono queste le caratteristiche degli Sport utility vehicle, le auto che fanno sognare e in pochi anni hanno conquistato migliaia di automobilisti al punto da mettere in difficoltà il mercato delle tradizionali berline e delle station wagon. A Detroit, al Salone internazionale dell’auto hanno confermato la loro vivacità e la loro capacità di penetrare in nuovi segmenti, basta pensare alla Bmw X6, un Suv che tende al coupé e la Mercedes GLK che per ora conserva il mistero di un prototipo.
A metà strada tra i classici fuoristrada, dotati di chassis a longaroni e le ridotte oltre ovviamente alle quattro ruote motrici, e il classico monovolume, offrono un’eccellente tenuta di strada, molto spazio, una guida dall’alto. Oggi i Suv si stanno sempre più diversificando in nuove fasce di mercato che si distinguono per dimensioni e prezzi di listino. Una nuova tendenza, per contenere i costi e i consumi, è l’introduzione delle versioni a due ruote motrici con trazione anteriore. La nuova Kia Sportage, antesignana dei Suv nel 1993 quando fu presentata al Salone di Tokio, può essere acquistata con meno di 18mila euro nella configurazione a trazione anteriore, con tanta elettronica e una garanzia di 7 anni.
È prodotta in Slovacchia e con adeguati pneumatici invernali può affrontare in sicurezza strade viscide o innevate. Questi Suv compatti, dal prezzo accattivante, allargheranno ancor di più il mercato sottraendolo ad altri segmenti. La nascita dei Suv avviene negli Stati Uniti. È il 1946 quando appare la Jeep Wagon, una sorta di station wagon rialzata, con chassis a longaroni, dotata di trazione integrale. Parte della carrozzeria esterna era in legno, proprio come la mitica Topolino giardinetta della Fiat. Nel 1970 la Rover lancia in Inghilterra la Range, il successo è immediato per questo primo fuoristrada di tipo convenzionale, con telaio a longheroni, ma molto raffinato sia all’interno che all’esterno. Per decenni rappresenta il sogno di molti automobilisti che lo impiegano soprattutto non come fuoristrada, ma per raggiungere in autostrada le stazioni sciistiche più rinomate, da Cortina a Saint-Moritz, a Courmayeur.
Arriva poi il momento dei Suv più compatti. Alla spartana Land Rover Defender, ancora oggi in dotazione alle Forze Armate in numerosi Paesi, molti automobilisti preferiscono la ben più comoda Freelander, uno «scoiattolo» in grado di trasportare velocemente d’inverno i passeggeri attraverso le più impervie strade di montagna. Per anni è il Suv più venduto in Italia, poi lascia lo scettro alla Toyota Rav 4, dotata di scocca portante e di longaroni di rinforzo, e presentata nel 1994. Verso la fine degli anni Novanta arrivano i grandi Suv, confortevoli più di una ammiraglia: Lexus RX, Bmw X5 e Mercedes ML.
Nel 2003, grazie a un accordo tra Volkswagen e Porsche, nasce la Cayenne, un’auto ad alte prestazioni, dotata di un motore di 8 cilindri a V di 4.5 litri. La versione turbo S, ha una potenza di 521 cavalli. Da quest’anno sarà disponibile una nuova versione GTS presentata all’ultimo Salone di Francoforte. È una versione rivisitata, in chiave sportiva, della più grande Cayenne turbo, l’ammiraglia.
I Suv, come i fuoristrada, hanno fatto sognare molti automobilisti. Li abbiamo acquistati pensando alla natura, agli spazi infiniti, alle montagne innevate. Poi ci siamo accorti che i sogni non si concretizzavano e questi veicoli così versatili erano impiegati solo su larghe strade ben asfaltate.

Difficilmente, però, li abbandoneremo: ci hanno stregato, ci danno emozioni, ci offrono più sicurezza e, soprattutto, come a bordo dei vecchi taxi inglesi, sui Suv si sale, non si scende con contorsioni degne di un giovane ginnasta.

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