Svizzera, bocciato a sorpresa il leader della destra

da Berna

Colpo di scena a Berna: il Parlamento svizzero ha bocciato la rielezione a ministro del leader della destra nazionalista ed anti-europeista, Christoph Blocher, considerato il grande vincitore delle ultime elezioni legislative dello scorso ottobre alla guida dell’Unione democratica di centro (Udc). Sembra dunque a rischio la stessa tenuta della cosiddetta “formula magica”, la regola non scritta in base alla quale da decenni il governo viene formato da ministri di tutti e quattro i principali partiti, di destra e di sinistra.
Riuniti in Assemblea federale, la maggioranza dei 246 membri delle due Camere del Parlamento svizzero ha eletto al posto di Blocher la collega di partito Eveline Widmer-Schlumpf, che non era candidata e che ha chiesto un giorno di riflessione fino a oggi per poter decidere se accettare l’incarico. Se rinuncerà, servirà un nuovo scrutinio. Ma già ieri, e come previsto, il Parlamento ha invece confermato nel loro incarico gli altri sei ministri uscenti del governo federale.
La mancata rielezione di Blocher (67 anni) è giunta a sorpresa, anche se sinistra, verdi e la maggioranza del Partito democristiano (Pdc) avevano annunciato la loro ostilità nei suoi confronti. Il politico di maggior successo della Svizzera di oggi, ministro di Giustizia e Polizia dalla sua entrata al governo nel 2004, ha ottenuto 115 voti contro i 125 voti raccolti da Eveline Widmer-Schlumpf (51 anni), esponente grigionese dell’ala moderata dell’Udc.
La Svizzera si trova ora in una situazione politica totalmente inedita. Molto dipenderà dalla decisione della Widmer-Schlumpf, che è figlia di un ex ministro ed è considerata un parlamentare molto dedicato al lavoro. L’Udc ha però già minacciato di passare all’opposizione e di porre quindi fine alla “formula magica”.
Al termine di una campagna dominata dai temi della lotta all’immigrazione e dell’espulsione degli stranieri criminali, l’Udc si è confermato alle scorse elezioni il partito politico preferito dagli svizzeri, con circa il 29% dei voti, seguita dai socialisti (Ps) al 20%.

I sei ministri uscenti confermati sono Moritz Leuenberger (ministro dei Trasporti e dell’Ambiente - Ps), Pascal Couchepin (ministro degli Interni, liberale-radicale), Samuel Schmid (ministro della Difesa, ala moderata dell’Udc), Micheline Calmy-Rey (Ministro degli Esteri, socialista), Hans-Rudolf Merz (Finanze, liberale-radicale) e Doris Leuthard (economia, Pdc).

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