Finalmente si è rivisto il Genoa di Gasperini: il Genoa, dico, il cui ambizioso dispositivo tattico a «3-4-3» poggiava su forze agonisticamente all'altezza delle pretese del tecnico e conseguentemente riusciva a coniugare calcio brillante con corposi risultati pratici.
Per non perdere di vista la realtà, va ricordato che l'impresa è avvenuta a Crotone, vale a dire in casa di un autorevole candidato alla retrocessione in serie C, la cui recentissima vittoria sul Napoli, concorrente diretto del Genoa nella corsa al secondo posto finale, costituiva semmai un doppio vantaggio per il Grifone battuto a Cesena. Come spiego l'apparente paradosso? Primo: con quella sconfitta del Napoli in sé; secondo, con una norma non scritta ma effettiva secondo la quale quando una squadra di calcio modesta - come appunto il Crotone - ottiene un risultato sproporzionato alle proprie forze automaticamente paga pegno la partita appresso.
A prescindere comunque dall'obiettiva debolezza del Crotone, oltretutto ridotto in inferiorità numerica nell'ultima mezz'ora e disposto ad offrire deserte praterie al contropiede dei vari Leon, Di Vaio & C, non v'è chi non veda l'importanza del largo e brillante successo ottenuto dalla banda Gasperini in terra calabra. Un po' perché si era purtroppo fatta largo negli ospitanti di turno la convinzione che quello viaggiante anziché un Grifone rampante da trattare con rispetto fosse un coniglietto sacrificale di cui poter disporre a piacimento. E un po' perché sarebbe stato esiziale per i giocatori rossoblù finire vittime della sindrome da trasferta. Rimesse dunque le cose a posto, i residui cinque avversari che riceveranno la visita del team di Gasperini, a cominciare dallo Spezia e Juve compresa, si ritengano avvertiti.
Di positivo c'è inoltre che il successo di Crotone ha buone probabilità di passare alla storia del Grifone come «la svolta decisiva» del campionato di grazia 2006/2007 in quanto ottenuto in assenza di elementi fondamentali come Rossi, Greco e Adailton: i quali promettono di offrire, in tutto o in parte, ulteriore concreto aiuto alla causa rossoblù nel corso delle ultime 13 partite di campionato. Dettaglio tutt'altro che trascurabile: 8 a Marassi e 5 in trasferta...
Ora che si è sbloccato Di Vaio e che si è capito che oltre a Gasparetto e Leon pure gli altri rinforzi di gennaio (Galeoto, Carobbio e Masiello) sanno integrarsi a modo nella squadra di Gasperini, solo un consiglio a tecnico, giocatori e tifosi: piedi ben saldi a terra. A cominciare da venerdì sera quando si presenterà a Marassi l'Albinoleffe abbonato ai pareggi. Togliamoci infatti dalla testa che quel volpone di Mondonico permetta ai suoi di offrirsi allegramente al contropiede come ha fatto il presuntuoso Carboni. Ci vorrà pazienza. E pazienza se ne occorresse tanta.
Ora chissà - passando all'altra sponda - se la pausa azzurra avrà fatto bene alla Sampdoria. Contro il Palermo si è felicemente rivista una squadra degna di Novellino, rigido ordine tattico nonostante l'assenza di Volpi e garretti, polmoni e cuori tutti all'altezza del còmpito pure in prolungata inferiorità numerica per l'espulsione di Falcone. Purtroppo però a Verona l'eventuale vantaggio del rientro di Volpi sarà appunto negativamente bilanciato dall'assenza dello squalificato Falcone; e beffardamente - 3° dito della mano sinistra fratturato in allenamento! - mancherà pure Bonazzoli che contro il Palermo aveva mostrato incoraggianti segni di ripresa. Contro un Chievo in sostanziosa rimonta toccherà insomma all'orgoglioso Bazzani l'incarico di fare da apripista a Quagliarella reduce dalla sbornia azzurra. Un Quagliarella che per fortuna sembra tetragono alle voci di mercato che sul suo nome vengono diffuse da più fonti interessate e sa che comunque gli conviene fare ulteriormente crescere la sua quotazione da qui alla fine di maggio.
Garrone e Marotta sanno perfettamente che salvare Quagliarella e farne il vessillifero della Sampdoria per almeno un altro paio di stagioni sarebbe un affare economico, oltre che di passione sportiva popolare.
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