Svolta dell’Ingegnere sulle tasse: dopo 16 anni dà ragione a Silvio

Meno spesa pubblica, meno tasse, più lavoro, più ripresa economica. La ricetta non è né di Silvio Berlusconi, né di Giulio Tremonti. È dell’Ingegner Carlo De Benedetti. L’ha lanciata ieri dalla prima pagina del Foglio. Né sul «suo» Sole-24 ore, né su Repubblica o l’Espresso. Con il cambio di linea, cambio di giornale.
L’abbiamo letto almeno due volte per essere sicuri di non sbagliarci. Ma è proprio così, potremmo dire: «Benvenuto Ingegnere tra le file di pochi e ormai sparuti liberisti». Altro che Antonio Martino, De Benedetti supera ormai anche l’allievo di Milton Friedman.
Anzitutto l’Ingegnere non ha perso la vecchia abitudine. L’Italia va male. Non malino o benino, male. Lo disse già anni fa. Fu il primo a evocare il fantasma del ’29. Disse che eravamo vicini a Wall Street ma per fortuna non fu così. Recentemente non l’ha detto, forse ha temuto di essere ripetitivo. In questo l’Ingegnere non ha fatto un millimetro di marcia in avanti. Ritiene che bisogna dire a voce alta che l’Italia è sulla cattiva strada. Per lui non contano le questioni psicologiche che, ad esempio, ritenne centrali tale Franklin Delano Roosevelt quando si inventò il New Deal. Certo Roosevelt mise sul tavolo molti quattrini pubblici ma ritenne che, contemporaneamente, i responsabili politici di quel tempo dovessero svolgere una campagna informativa tendente a motivare gli investimenti e i consumi degli americani. Anche allora andava male ma Roosevelt pensò che fosse meglio non dire che andava male e fare cose perché andasse bene. L’aspetto psicologico in economia conta molto. Su questo l’Ingegnere non intende invertire la sua marcia.
Detto questo, sul resto, questo articolo ci ha lasciati di sasso. Per inciso sembrerebbe anche che l’Ingegnere abbia cambiato ghost writer, e intendiamo questo termine nel senso più vasto fino a quello di suggeritore. De Benedetti cita addirittura Luigi Einaudi ed Ezio Vanoni, due cattolici liberali. Negli altri articoli l’Ingegnere ci aveva abituati a un linguaggio più tecnocratico, zeppo di numeri e di teorie à la page. Un po’ alla Rampini o alla Boeri per intenderci. In questo caso l’Ingegnere opta per un genere letterario diverso, più discorsivo, in alcuni tratti, ohibò, anche popolare. Ma lasciamo perdere le questioni di stile, in sostanza l’Ingegnere richiama il programma di Forza Italia del ’94: meno spesa improduttiva e meno tasse. E sostiene una tesi ardita: il rigore non può essere una scusa per non fare. Stessa tesi di Antonio Martino. Peccato che la sua stampa per anni ci abbia tormentato con la tesi contraria. Prima il rigore e poi si vedrà. Ma non c’è niente da fare, dobbiamo arrenderci all’evidenza, l’Ingegnere è più avanti. Almunia penserebbe che l’Ingegnere sia troppo avanti perché in Europa di riforme senza rigore non vogliono neanche sentirne parlare. L’Ingegnere pensa che il Cavaliere se minimamente avesse intravisto la possibilità di calare di un centesimo le tasse non lo avrebbe fatto? L’Ingegnere dice che il rigore può essere mantenuto, basta calare la spesa pubblica. Egli ha frequentazione maggiori delle nostre a sinistra e dovrebbe andarlo a raccontare lì, sindacato compreso, che in questo Paese bisogna tagliare la spesa. Anche noi abbiamo pensato spesso che il centrodestra avrebbe potuto essere più coraggioso. Spesso ci siamo sentiti vicini a Martino più che a Tremonti.

Ma le difficoltà di tagliare la spesa improduttiva, in questo Paese, certamente non sono attribuibili a Berlusconi e al centrodestra. È una storia più vecchia. Affonda le radici nella cultura di sinistra e, non so se l’Ingegnere ne ha mai sentito parlare, in quella cultura industriale che è vissuta più di aiuti dello Stato che di libera concorrenza.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica