Roma

Tafferugli e cariche della polizia: la lunga notte di follia dei teppisti

Tredici tifosi arrestati per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Venti gli agenti feriti

Daniele Petraroli

Non solo l’immensa felicità per un trionfo atteso lunghi ventiquattro anni. Quella di domenica è stata anche, purtroppo, l’ennesima notte di violenza e guerriglia urbana. Nonostante i numerosi appelli alla calma, il copione è stato lo stesso del dopo Italia-Germania: cassonetti incendiati, bottiglie lanciate contro i blindati di polizia e carabinieri, esplosioni di petardi e bombe-carta, cariche delle forze dell’ordine, vetrine spaccate, auto e moto in fiamme. All’alba di ieri il bilancio è pesantissimo. Tredici gli arresti e altrettante le persone denunciate a piede libero. Una ventina, invece, gli agenti di polizia, carabinieri e guardia di finanza feriti nei tafferugli che hanno dovuto ricorrere alle cure mediche. Cinque, invece, le auto bruciate e cinque i mezzi Atac danneggiati.
Pochi minuti dopo il fischio di chiusura, alle 23, le prime macchine danneggiate dal lancio di oggetti in piazza Bologna. Da lì in poi un lungo elenco di violenze. Cassonetti sono stati incendiati in ogni parte della città da piazza Istria a via Cola di Rienzo. A Fidene, poi, i primi scontri tra tifosi e forze dell’ordine.
Ma è in centro che si sono verificati gli episodi più gravi. A Campo de’ Fiori intorno all’una, dopo un paio d’ore di relativa calma, il lancio di bottiglie di vetro e sampietrini contro la polizia ha scatenato la prima carica di alleggerimento, a cui ne sono succedute immediatamente delle altre fino allo sgombero dell’intera piazza. Le cariche delle forze dell’ordine sono poi proseguite nella zona adiacente, via dei Giubbonari e piazza della Cancelleria in primis. «Ero con una mia amica in via dei Baullari - racconta Valentina Morigi, 28 anni - quando abbiamo visto la gente che fuggiva inseguita dai poliziotti in assetto antisommossa. Ci siamo immediatamente spostate in piazza della Cancelleria e, successivamente, in corso Vittorio Emanuele ma la situazione era la stessa. Prima i boati dei petardi, e subito dopo la fuga delle persone inseguite dai celerini. È stato un incubo». Identico lo scenario di via dei Giubbonari. «Stavamo andando verso Campo de’ Fiori a festeggiare - spiega Domenico Raffaele, 27 anni - ma abbiamo fatto appena in tempo a metterci spalle al muro per evitare di essere travolti dalla folla che fuggiva. Dietro di loro i poliziotti e le camionette. Sembrava tutto finito quando qualcuno ha lanciato delle bottiglie sul vetro laterale di un blindato. Allora è cominciata un’altra carica». Stessa situazione a piazza del Popolo dove intorno alle due un gruppo di teppisti ha attaccato con lancio di bottiglie, sampietrini e bombe carta una stazione mobile dei carabinieri. Le forze dell’ordine hanno risposto con una dura carica durante la quale sono stati esplosi anche dei lacrimogeni fino allo sgombero della piazza. Il bilancio finale degli scontri parla di cinque tifosi arrestati con l’accusa di resistenza e violenza a pubblico ufficiale.
In via del Corso, invece, a finire in manette sono state otto persone che avevano sfondato a colpi di spranghe due negozi di abbigliamento sportivo.

In via del Plebiscito, infine, alcuni ragazzi armati di spranghe di ferro hanno ribaltato un’auto dei carabinieri in servizio fisso di vigilanza davanti alla residenza romana di Silvio Berlusconi ferendo leggermente uno dei militari.

Commenti