«Tagliare del 60% i dazi sull’agricoltura»

da Milano

L’Europa, attraverso il commissario Ue ai Commerci, Peter Mandelson, lancia una proposta per ridurre fino al 60% i dazi all’importazione di prodotti agricoli dal Terzo Mondo, ma Stati Uniti e Australia fanno melina e premono per avere ancora più concessioni nell’ambito delle trattative per la regolamentazione dei commerci mondiali. Quello di Mandelson è un tentativo di mediazione dopo gli scontri a Bruxelles in cui la Francia aveva tentato, senza successo, di mettere sotto tutela il commissario: Parigi, infatti, teme che le concessioni ai Paesi emergenti e a Usa e Australia affondino la politica agricola europea.
«L'offerta Ue rappresenta una soluzione di compromesso su cui dovrebbero convergere i membri del Wto (l’Organizzazione mondiale per i commerci, ndr) - scriveva ieri Mandelson - si tratta di una proposta coraggiosa che non può però essere ulteriormente migliorata perché dobbiamo tener conto anche delle nostre responsabilità nei confronti degli agricoltori europei».
«L'Unione europea prevede una riduzione fino al 60% delle sue tariffe agricole più alte» nell’ambito dei negoziati multilaterali del Doha Round, ha aggiunto Mandelson, «questa e altre proposte europee puntano a risolvere lo stallo nel quale si trovano i negoziati. Contiamo di ridurre la tariffa media del 46%» ha sostenuto, precisando che «ci saranno riduzioni progressive nelle tariffe» riguardanti l’agricoltura.
Il vice ministro Adolfo Urso, che poche settimane fa aveva criticato la linea seguita da Mandelson, ha ora espresso apprezzamento per la nuova proposta, perché «rispecchia le priorità italiane tutelando da una parte la produzione mediterranea e dall’altra ponendo tra le priorità europee proprio tutte le tematiche di nostro interesse, a cominciare dal pieno riconoscimento di tutela delle denominazioni d'origine e dal capitolo riguardante il dossier dell'industria, dei servizi e delle facilitazioni al commercio». Il ministro degli Esteri, Gianfranco Fini, ha tuttavia espresso «dubbi» sulla possibilità di arrivare a un accordo: «Dubito che alla fine il negoziato abbia un esito positivo, vista la distanza tra Europa e Stati Uniti».
E i fatti sembrano purtroppo dargli ragione. Gli Stati Uniti, pur riconoscendo che si tratta di un passo in avanti e nella giusta direzione, esprimono «delusione»: «Prendiamo atto degli sforzi Ue, ma bisogna fare molto di più» afferma una nota. Identica la posizione del Brasile, dell’Australia e del gruppo dei Paesi africani. Ma queste posizioni, anche se hanno un aspetto tattico, rischiano di diventare un boomerang.
L'Unione europea potrebbe infatti cominciare a dubitare della volontà reale degli Stati Uniti di giungere ad un accordo all'Organizzazione mondiale del commercio (Wto): ha detto un portavoce della Commissione Ue.

«Se gli americani mantengono la loro posizione, ci si potrebbe porre questioni circa le loro intenzioni», ha detto Peter Power, portavoce di Mandelson. «Le proposte americane non sono affatto realistiche», ha aggiunto: può darsi che questa ostinazione sia una tattica per «ritirarsi» dal negoziato.

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