Le tangenti del Festival non c’erano

Prosciolti dal gup il sindaco e l’assessore al Turismo: «Il fatto non sussiste»

da Sanremo

Scusate, ci siamo sbagliati. A Sanremo non ci furono mazzette, lo scandalo del Festival non è mai esistito, i magistrati si sono sbagliati. E pazienza se si è dimesso il sindaco Giovenale Bottini e l’assessore al turismo Antonio Bissolotti (per la cronaca entrambi di Forza Italia), se avvisi di garanzia erano stati consegnati all’ex capostruttura Rai, Mario Maffucci, alla condirettrice di «Tv Sorrisi e canzoni», Rosanna Mani, al direttore artistico dell’Accademia della canzone e batterista dei Matia Bazar, Giancarlo Golzi. Loro, come gli altri 13 imputati, erano innocenti, «il fatto non sussiste», scrive il giudice per l’udienza preliminare Paolo Luppi.
Il fatto, quello che non sussiste, ma che era stato ipotizzato dai pm, era tutto un giro di «tangenti» legati agli appalti comunali sul Festival di Sanremo e sulle manifestazioni collaterali, e persino connesso alla partecipazione di giovani cantanti agli eventi dell’Accademia della Canzone. Per questo erano stati addirittura arrestati Angelo Esposito, patron della Publimod che gestiva l’Accademia, e sua moglie Lola Marini. Ma ieri i gup ha risolto tutto. Gli indagati sono innocenti e non serve neppure un processo per stabilirlo.

Un sospiro di sollievo per l’ex sindaco Giovenale Bottini e per l’ex assessore Antonio Bissolotti che avevano lasciato l’incarico costringendo Sanremo a elezioni anticipate poi vinte dal centrosinistra. A tre anni di distanza dallo scandalo sollevato dall’azione della magistratura un giudice mette nero su bianco che era tutto regolare. Che il fatto non sussiste. Scusate, ci siamo sbagliati.

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