Le tangenti del Festival non cerano
7 Luglio 2006 - 00:00Prosciolti dal gup il sindaco e lassessore al Turismo: «Il fatto non sussiste»
da Sanremo
Scusate, ci siamo sbagliati. A Sanremo non ci furono mazzette, lo scandalo del Festival non è mai esistito, i magistrati si sono sbagliati. E pazienza se si è dimesso il sindaco Giovenale Bottini e lassessore al turismo Antonio Bissolotti (per la cronaca entrambi di Forza Italia), se avvisi di garanzia erano stati consegnati allex capostruttura Rai, Mario Maffucci, alla condirettrice di «Tv Sorrisi e canzoni», Rosanna Mani, al direttore artistico dellAccademia della canzone e batterista dei Matia Bazar, Giancarlo Golzi. Loro, come gli altri 13 imputati, erano innocenti, «il fatto non sussiste», scrive il giudice per ludienza preliminare Paolo Luppi.
Il fatto, quello che non sussiste, ma che era stato ipotizzato dai pm, era tutto un giro di «tangenti» legati agli appalti comunali sul Festival di Sanremo e sulle manifestazioni collaterali, e persino connesso alla partecipazione di giovani cantanti agli eventi dellAccademia della Canzone. Per questo erano stati addirittura arrestati Angelo Esposito, patron della Publimod che gestiva lAccademia, e sua moglie Lola Marini. Ma ieri i gup ha risolto tutto. Gli indagati sono innocenti e non serve neppure un processo per stabilirlo. Un sospiro di sollievo per lex sindaco Giovenale Bottini e per lex assessore Antonio Bissolotti che avevano lasciato lincarico costringendo Sanremo a elezioni anticipate poi vinte dal centrosinistra. A tre anni di distanza dallo scandalo sollevato dallazione della magistratura un giudice mette nero su bianco che era tutto regolare. Che il fatto non sussiste.