E' donna, magra, ha tra i 16 e i 40 anni e risiede al nord: questo l'identikit della persona che ha fatto dell'abbronzatura una 'malattia'. Mentre il 90% degli italiani continua, nonostante gli avvisi, a prendere un'abbronzatura a rischio. Lo riferisce un dermatologo italiano, Matteo Cagnone, presidente dell'Istituto di ricerca e cura di dermatologia globale (Irdeg), spiegando che gli esperti hanno coniato un nuovo termine: la 'tanoressia', da tan, che significa abbronzatura, e anoressia. Secondo Cagnone, la tanoressia "é una dispercezione corporea e - spiega - così come l'anoressico non si vede mai abbastanza magro, il tanoressico ritiene di non essere mai sufficientemente abbronzato, un eccesso che porta alla dipendenza da abbronzatura". Studi recenti indicano, infatti, che esiste una relazione tra luce, tono dell'umore e serotonina, 'l'ormone del buon umoré. "Il tanoressico - precisa Cagnone - non è mai soddisfatto del proprio aspetto e l'esposizione continua alla luce diminuisce l'ansia, migliorandone il tono dell'umore". Secondo il dermatologo, che ha intervistato 4mila italiani, donne e uomini di età compresa tra 16-50 anni, direttamente sulle spiagge, l'Italia è fanalino di coda nell'Unione Europea per quanto riguarda la risposta alla campagna informativa sui rischi di una errata esposizione al sole. Nonostante la campagna, infatti, il 90% degli italiani continua ad abbronzarsi in modo inopportuno. Oltre ad esporsi al sole nelle ore critiche, tra le dodici e le due del pomeriggio, gli italiani avrebbero anche la brutta abitudine di usare creme solari con bassi fattori di protezione, applicate una sola volta.
"Qualsiasi tipo di solare - ha concluso Cagnone - perde il suo effetto dopo circa un'ora dalla sua applicazione e andrebbe cosparso di nuovo". A farne le spese, secondo Cagnone, sono soprattutto le donne, anche se i maschi starebbero diventando altrettanto fanatici della tintarella.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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