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Tanti segnali da scudetto sotto le nuvole

S olo i segnali sono da scudetto: un gol annullato perchè il segnalinee vede un fuorigioco al microscopio, un palo colpito dalla Reggina, dopo dieci minuti, che avrebbe potuto rimettere il match in parità, il Palermo che perde la settimana prima dello scontro diretto e avrà in tribuna un giocatore importante come Simplicio. Visto così il campionato sta girando dalla sua parte. Senza dimenticare che, domenica scorsa a Parma, l’Inter ha giocato al rischiatutto prima di segnare il gol partita. Se, invece, guardiamo all’infortunio di Cruz che ora tornerà col nuovo anno, oppure all’ancora indefinita forma di Adriano, ci sarebbe da pensare che la storia si complica.
Nuvole che non possono far dimenticare i numeri: l’Inter è alla settima vittoria consecutiva tra campionato e coppe, e da 25 partite di campionato continua a segnare in casa. Le partenze sprint ormai sono divenute una sua specialità: ieri ha realizzato la sesta rete nel giro dei primi 15 minuti. E parliamo sempre del campionato. Perchè anche in Champions le reti iniziali sono state importanti e pesanti. Davanti a tutta questa grazia, passa in secondo piano pure il brutto giocare di ieri. Meriti della Reggina che, fra l’altro, aveva quattro titolari fuori uso. Demeriti degli interisti che, trovata la via della partita, troppo spesso si sono distratti, perduti, hanno regalato un campionario di svarioni ed errori, passaggi sbagliati e divagazioni difensive da metter paura a quel gruppo di famiglia a San Siro.
Inter un po’ troppo gracilina nel gioco sulle fasce laterali, tanto che Mancini, nella ripresa, ha provveduto a metter rimedio. Squadra un po’ meno grintosa e determinata del solito a centrocampo. Sarà forse perchè l’abitudine a giocare con tre centrocampisti di sostanza, ed uno dietro alle punte, è la formula che garantisce miglior rendimento. Ieri l’allenatore è tornato, almeno in parte, ai quattro centrocampisti in linea. Stankovic non si è scollato dal centro del campo e Vieira quasi mai aiuta nella fase difensiva. L’Inter ha sudato e tremato. Julio Cesar ha giocato come un grande portiere: una sola parata, ma quella che valeva per salvar la patria. La difesa ha trovato in Samuel l’antico muro, mentre Cordoba continua ad avere momenti di incerto pensare e giocare. Forse pesa la stanchezza. L’attacco ha perso Cruz, l’uomo che garantiva i gol giusti al momento giusto, ed ora in questa settimana, in cui Sporting e Palermo diranno dove andrà l’Inter, toccherà affidarsi soltanto a Crespo e Ibrahimovic, non sapendo come se la passa Adriano. Ieri il brasiliano ha rimesso piede in campo, ma sarebbe interessante sapere dov’è la testa. Adriano è stato volonteroso ed un poco più esplosivo di quando ci aveva lasciati, ma quando gli capita palla fra i piedi continua a somigliare ad un paracarro. Ha buttato palloni, gli è mancato il colpo da goleador, ma pure il tocco da brasiliano: un carroarmato col motore ingolfato. E magari sfortunato quando Crespo non è riuscito a fargli arrivare la palla che pareva decisiva. Ci sono segnali e segnali.

Basterà attendere per capire.

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