Ma il Tar boccia il pedaggio sul Grande raccordo anulare: "È solo un balzello iniquo"

No all’aumento del pedaggio in autostrada e sul Grande raccordo anulare perché è un iniquo balzello. Il Tar del Lazio blocca il decreto che aveva disposto l’incremento del costo del pedaggio 

Ma il Tar boccia il pedaggio sul Grande raccordo anulare: "È solo un balzello iniquo"

Roma - No all’aumento del pedaggio in autostrada e sul Grande raccordo anulare perché è un iniquo balzello. Il Tar del Lazio blocca il decreto che aveva disposto l’incremento del costo del pedaggio che riguardava tra l’altro in 9 caselli intorno al territorio di Roma. Il ricorso al Tribunale amministrativo era stato presentato dalla provincia di Roma, da quella di Rieti e da una quarantina di comuni. E i giudici hanno dato ragione a quel ricorso perché, spiegano nell’ordinanza, al pagamento deve corrispondere un servizio, ovvero l’utilizzo di una infrastruttura, non può trattarsi di una tassa pura e semplice. Il provvedimento in questione, scrivono i giudici, «per essere coerente con la finalità enunciata deve assumere il carattere di corrispettivo per l’utilizzo di una infrastruttura; al contrario tale carattere non appare sussistente in alcuna delle ipotesi evidenziate, vale a dire in tutte quelle che prevedono il pagamento del pedaggio in relazione ad uno svincolo stradale non necessario e non interessato dalla fruizione dell’infrastruttura».
Proprio nel giorno in cui la Camera dà il via libera alla manovra arriva pure l’alt per una delle misure più contestate. Soddisfatte le associazioni dei consumatori. Per il presidente dell’Adoc Carlo Pilieri, sarebbe stato assurdo «imporre una maggiorazione di un euro per chi viene da Fiano Romano o l’introduzione del pedaggio sull’autostrada urbana Chieti-Pescara, un tratto di soli 20 chilometri utilizzato quotidianamente e anche più volte al giorno dai cittadini di entrambe le città». L’Adoc aveva calcolato che ai pedolari l’aumento sarebbe costato fino a 600 euro all’anno.
Parla di un «successo per i cittadini» il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti, che ringrazia «i coraggiosi sindaci di destra e di sinistra che con coerenza hanno presentato il ricorso insieme con noi». Una frecciata indiretta al sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che invece non si era unito al ricorso. E proprio Alemanno definisce l’ordinanza del Tar «un segnale importante» che consente secondo il sindaco «di rivedere il provvedimento in modo da scaricare le necessità finanziarie del governo sui margini di profitto della società autostrade e non sugli utenti». Contenta per i «tanti pendolari del Lazio» anche la presidente della Regione, Renata Polverini, perché così si evita «un ulteriore balzello per le famiglie già in difficoltà».
Non è per niente contento invece il viceministro alle Infrastrutture, Roberto Castelli. «La sentenza del Tar è l’ennesima dimostrazione che governare l’Italia è impossibile e che chiunque può bloccare le decisioni del governo», commenta Castelli.

«Questa decisione mette a repentaglio la credibilità di tutti i piani economico-finanziari delle grandi infrastrutture realizzate in finanza di progetto quali Brebemi, Pedemontana, Tem, Cecina-Civitavecchia - avverte Castelli - Esorto il ministro delle Finanze Giulio Tremonti a varare una norma di legge contro la quale Tar non può nulla visto che le previsioni di estrema necessità e urgenza sussistono tutte».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica