«La Tarsu è illegittima, non pagatela»

Paola Setti

La Tarsu c’è ma non si vede. Anzi, si vede ma non c’è. È guerra fra Comune e Confederazione nazionale artigiani (Cna) sulla tassa dei rifiuti. Dicono gli avvocati Luigi Odino e Franco Rusca che il Tar ha annullato i regolamenti del Comune di Genova e le tariffe collegate per gli anni 2002, 2003 e 2004, cancellando di fatto l’imposta. Ribatte Tursi che no, il Tar non ha annullato la Tarsu in toto, «non potrebbe», ma solo le modifiche ai regolamenti che negli ultimi anni l’hanno aumentata. Pare una questione di lana caprina, invece ne va delle tasche di tutti i genovesi. Dice infatti l’avvocato Odino che «tutti, dal pensionato all’imprenditore, devono sapere che non dovranno pagare le cartelle del 2004 e che possono chiedere il rimborso per i tre anni precedenti». Per il Comune, aggiunge, si tratterebbe di restituire qualcosa come «80-85 milioni di euro all’anno per tre anni».
Troppo bello per essere vero e infatti è falso, replica però il direttore del Dipartimento Bilancio di Tursi, Ennio Dina: «Se è stata annullata la tariffa di questi anni si fa riferimento a quella del ’99» l’ultima valida visto che la giustizia amministrativa aveva già annullato le modifiche del 2001. Di più, aggiunge Dina, «c’è pur sempre un secondo grado di giudizio davanti al Consiglio di Stato e il Comune potrebbe impugnare la sentenza del Tar». Macché, Odino non molla: «La Tarsu va definita anno per anno, ci sono anche delle sentenze a riguardo, quindi non si potrà far riferimento al ’99».
Niente affatto dice ancora Dina: «Non ho ancora studiato a findo la sentemnza del tar, di certo però c’è che se la Tarsu non viene definita, lo dice la legge, si applica la delibera dell’anno precedente».

Un’eventuale richiesta di rimborso andrebbe fatta con istanza al Comune e alla Gestline con lettera raccomandata e poi, in caso di rifiuto espresso o di silenzio rifiuto, con impugnazione davanti alla commissione tributaria provinciale. Si può sempre provare.

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