Tasse, per i vip Visco fa una schedatura speciale

«Al piccolo commerciante o artigiano e ai “marginali” non vogliamo dare problemi»

Gian Maria De Francesco

da Roma

L’archivio dei famosi. Non è un reality show, ma è la proposta del viceministro dell’Economia, Vincenzo Visco, per salvaguardare la privacy delle personalità pubbliche. L’obiettivo dichiarato dall’esponente diessino ieri alla commissione bicamerale sull’anagrafe tributaria è proprio evitare il ripetersi di episodi analoghi a quelli rivelati dalla Procura di Milano il mese scorso (spionaggio di dati fiscali di politici, attori e calciatori). Ma l’istituzione di un «archivio vip» non potrebbe creare una sorta di osservati speciali agli occhi del Fisco? Il viceministro non ha chiarito questo aspetto. Come in un romanzo orwelliano, qualcuno è più uguale degli altri.
«Occorrono procedure più garantiste», ha sottolineato Visco spiegando che sarebbero sufficienti due precauzioni per migliorare sensibilmente il clima. «La prima è un controllo periodico, settimanale, dei superiori sulle interrogazioni fatte per vedere se siano coerenti con gli accertamenti in corso». Il secondo passo è costituito dalla realizzazione di «un archivio delle persone “sensibili”, non solo del mondo politico ma anche dei vip dove c’è necessità di una maggiore garanzia della privacy: se qualcuno interroga, la cosa viene segnalata». Secondo Visco, tale procedura dovrebbe scoraggiare finanzieri, impiegati dell’Agenzia delle entrate e, soprattutto, altri potenziali voyeur dall’intromettersi nei sistemi informatici delle Finanze. In conclusione, lo scopo è costruire un «deterrente fortissimo» all’uso improprio di questi dati che servono esclusivamente per «accertamenti fiscali» in quanto fino a oggi le verifiche hanno rappresentato un fatto «sporadico». Ma come ha evidenziato Gianfranco Conte (Fi) «la tutela della privacy va fatta indipendentemente da chi è il soggetto. Perché politici e vip devono essere più tutelati degli altri?».
Dinanzi alla commissione, però, il viceministro dell’Economia ha difeso a spada tratta i provvedimenti che renderanno più rigidi i controlli sulle transazioni commerciali, finanziarie e immobiliari inseriti nella Legge finanziaria. «Il problema vero - ha precisato - è che gli accertamenti sono poco efficaci e non sono numerosissimi tanto che l’evasione è a livelli record». E su questo fronte è determinato ad andare avanti, a partire dalla tracciabilità dei pagamenti. «Non c’è nessuna indagine bancaria preventiva. È solo possibile un tracciamento che avverrà se e quando ci sarà un accertamento. La privacy per tutti vuol dire che l’amministrazione finanziaria non può fare accertamenti?», ha ribattuto.
Il contrasto all’evasione e all’elusione è una vera e propria mission per Visco tanto da anteporla al diritto alla riservatezza. L’istituzione di un «archivio vip», alla luce di questa affermazione, potrebbe trasformarsi in un sistema di monitoraggio o, se del caso, di tutela dei contribuenti notabili. D’altronde, spetta al governo dare indirizzi in questo senso tanto all’amministrazione finanziaria che alla Guardia di finanza ed «evitare che facciano altro», ovvero quello che Giulio Tremonti ha definito «guardonismo fiscale».
E all’opposizione della Cdl che pure in commissione lo ha attaccato sulla sua eccessiva propensione alla polizia fiscale, Visco ha risposto a muso duro. «Se si vuole fare polemica politica - ha detto - parlando di grande fratello, di succhiatori di sangue, a me non fa nessun effetto». Il viceministro ha addirittura messo in evidenza il suo ruolo di civil servant prendendosi parte del merito per il positivo andamento delle entrate fiscali. «Sto svolgendo un ruolo di servizio - ha aggiunto - e poi basta vedere come va il gettito per capire che qualcosa già sta cambiando».

Ma c’è di più. Visco ha voluto rassicurare le categorie produttive: «Al piccolo commerciante o artigiano, alla gente “marginale” non ho alcuna intenzione di creare problemi». Ma i «marginali» non fanno parte dell’archivio dei famosi.

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