nostro inviato a Firenze
Vigilia di Scozia-Italia, diciamo che se Buffon non prende neppure un gol, l'Italia va agli Europei. Sarà anche una banalità ma è così: «Un pareggio ci basta - spiega il numero uno -. E a me un pareggio andrebbe benissimo, non lo butto via». Detto questo, Gigi non sembra eccessivamente preoccupato della trasferta di Glasgow, ha tante idee in testa e l'ultima è quella di perdere la qualificazione: «Che vorrebbe anche dire la fine di un ciclo, quello di gran parte di questa squadra campione del mondo».
E anche del suo ct...
«È un'ipotesi che non vorrei neppure prendere in considerazione ma ci penso da qualche settimana. Sarebbe una beffa, battendo le Far Oer faremmo 26 punti in 12 partite, è incredibile ipotizzare una eliminazione. Ma non siamo partiti benissimo, avevamo una sbronza post mondiale da smaltire, poi però abbiamo trovato una nostra identità e il merito è del ct. Ma vogliamo andare all'europeo e primeggiare anche lì».
Si sente condizionato da quanto sta succedendo?
«I primi giorni a Coverciano sembrava che avessimo subito l'onta di una sconfitta. Sarei una persona insensibile se dicessi che quanto è successo non mi ha condizionato. Tutto è appena accaduto ma se dovessimo vincere dedicheremo la vittoria alla famiglia di Gabriele Sandri. Credo che sarebbe un piccolo ma significativo segnale di serenità e di rispetto in ricordo di un ragazzo che amava il calcio e la cui morte è stata una tragica fatalità che nulla ha da spartire con questo sport. Sarebbe anche un piccolo segnale di speranza».
Voi calciatori potreste fare molto di più...
«Tutti aspettavano Juventus-Inter, sembrava una partita ad alto rischio ma in campo c'è stato un grande fair play fra noi giocatori e sugli spalti e fuori dallo stadio non è successo niente. Credo che questo i calciatori lo possono fare, dare il buon esempio. Per il resto non compete a noi».
Il presidente dell'Atalanta Ruggeri è stato coraggioso, ha minacciato di chiudere la curva...
«Quella di Ruggeri è stata una reazione giusta, forte, figlia di quel che è successo domenica. Ma ha anche detto di fare una distinzione precisa fra tifosi veri e ultrà. Per troppo tempo i simboli politici sono stati tollerati nelle curve. Non esiste che in certi stadi non si possa entrare nel tifo se non si ha una determinata idea. Però secondo me questa gente non sa neanche cosa sia il calcio, non conosce il fuorigioco, non sa neppure in quanti si gioca e non gli interessa. Ho paura che spesso il nostro sport per loro sia solo una copertura».
Ruggeri ha ricevuto poca solidarietà...
«Le realtà sono diverse da città a città. A Torino c'è un dialogo con la tifoseria organizzata e incidenti all'interno dello stadio non ce ne sono. Poi ognuno è libero di fare quello che vuole. Se un ragazzo vuole andare a fare una scazzottata in piazza fatti suoi. Ma se lo fa in uno stadio, impedisce a tanta gente di vivere una passione. A Bergamo 200 tifosi hanno impedito ad altri 3.800 della curva di viverla, ha vinto la legge del più forte, oltre a quella del più ignorante. E questa è una piaga che non si debella in due giorni».
Invece in due giorni dovete guadagnarvi l'europeo: in Scozia serve l'impresa che non vi è mai riuscita?
«Poteva esserlo una vittoria sulla Francia ma l'abbiamo incontrata nel momento più difficile. Però sono state un'impresa la striscia di partite vinte che ci ha rimesso in corsa per l'Europeo. Avevamo perso credibilità, adesso arriva questa partita a Glasgow e sono sicuro che sarà fra le più importanti della mia carriera».
Se va male ci sarà un ribaltone?
«Immagino che si sentirà la voglia di cambiamenti e ripulisti. Ma dobbiamo stare calmi, non si devono prendere decisione affrettate».
E se va bene?
«Sarà il giusto tributo a un gruppo di ragazzi campioni del mondo che hanno onorato l'Italia. Non sarà facile in Scozia ma voglio ricordare ai nostri tifosi che ogni volta che ho giocato in questa nazionale sono sempre arrivato alla fine senza rimpianti».
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