Taxi, arrivano i turni in più ma lo scontro non si placa

Daniele Petraroli

Ieri mattina i tassisti hanno presentato presso l’assessorato alla Mobilità del Campidoglio i turni integrativi fino alla fine di marzo. Stessa cosa per la turnazione straordinaria a Termini (200 vetture in più al giorno ma solo per le corse entro le Mura Aureliane). Protesta pronta a rientrare dunque? Neanche per sogno. «Continuiamo compatti - ha ribadito la presidente del Cna taxi di Roma Maura Tirillò - a mantenere l’accordo stipulato con il sindaco e non crediamo nelle provocazioni di alcuni che vorrebbero farlo saltare. E per l’inizio della prossima settimana forniremo all’assessorato anche i due nomi per il comitato di monitoraggio». Come dire, del monitoraggio satellitare non vogliamo neanche sentire parlare. Altro contentino alle auto bianche la possibilità di transitare sulla corsia preferenziale dei tram tra Porta San Paolo e Porta Capena
La partita sui taxi intanto si sposta sul campo della politica. Il centrosinistra è quasi tutto compatto dietro Veltroni mentre l’opposizione di centrodestra, An in primis, punta a un accordo tra le parti strizzando l’occhio alle auto bianche. La nuova linea del sindaco, che ha abbandonato il buonismo, ha dato il via a una serie di pronunciamenti anti-taxi da parte di tutti gli esponenti della maggioranza capitolina. «Quelli che oggi capeggiano la protesta per rifiutare il sistema satellitare - è il comunicato congiunto di tutti i capogruppo di centrosinistra al Comune - sono gli stessi che prima lo invocavano a gran voce per garantire la sicurezza degli operatori. La polemica di questi giorni è soltanto un pretesto per non applicare gli accordi». Unica voce, parzialmente, fuori dal coro quella di Donato Robilotta, capogruppo in Regione della Rosa nel pugno: «Ho sempre avuto dubbi sull’accordo fatto in seguito al Decreto Bersani, perché la strada maestra era quella di aumentare il numero delle licenze dei taxi e non un ipotetico e cervellotico aumento dell’orario dei turni». Licenze e controllo a parte, il nuovo fronte su cui ci si scontra è il (presunto) ruolo di An dietro la nuova ondata di proteste. Dopo l’attacco di Veltroni («Quelle che ho sentito sono dichiarazioni politiche fatte per conto di un partito, Alleanza Nazionale, con l’intento di servirsi della categoria») ieri molti consiglieri della sua maggioranza lo hanno seguito. «La destra romana soffia sul fuoco e strumentalizza una vicenda così importante», ha detto, tra gli altri, il vicepresidente dei senatori dell’Ulivo Luigi Zanda.
La replica del presidente del 3570 Loreno Bittarelli, chiamato in causa proprio dal sindaco è netta: «Quello della politica è soltanto un pretesto per non rispettare gli accordi. L’amministrazione comunale, non riuscendo a dare risposte concrete e tangibili sugli impegni presi, come una migliore viabilità per i mezzi pubblici, una più incisiva lotta l’abusivismo, e l’aggiornamento delle tariffe taxi, cerca tutti i pretesti per far saltare l’accordo».

La risposta di An, invece, è arrivata da Alemanno: «Non c’è nessuna strumentalizzazione da parte di An nella vertenza tra il Comune di Roma e i tassisti. Siamo sempre stati fautori di un accordo equo e costruttivo nell’interesse degli utenti e dei lavoratori».

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