Slave è tornato. Il trojan bancario che minaccia i conti correnti di migliaia di internauti apparso nel marzo 2015 fa di nuovo paura.
La peculiarità di questo virus lo rendeva temibile: Malware, almeno nella prima versione, scambiava i numeri Iban per prodare gli account destinatari delle transazioni bancarie, prosciugando di fatto gli ignari navigatori dei browser infettati.
Ora però Slave si è evoluto, arrivando a creare addirittura chiavi di registro con nomi random e infezioni. C'è la possibilità che si renda protagonista di vere e proprie truffe realizzate posizionando delle esche nel processo dei vari browser e immettendo automaticamente il codice apposito creatoi nei siti delle banche."
E il peggio, purtroppo, deve ancora venire: Slave, infatti, è stato impostato per operare entro una tempistica precisa: il che lo rende impossibile da tracciare, poiché resta "valido" solo per poche settimane, rendendone difficilissima l'individuazione.
"Il cybercrime è alla continua ricerca di nuove forme di attacco sempre più evolute e difficili da contrastare.
Sia che si utilizzi il phishing, o altre attività basate sui trojan come modifiche delle pagine o modifiche delle transazioni. I rischi associati alle frodi web non si possono eliminare e colpiscono organizzazioni di ogni genere", spiega Paolo Arcagni, Systems Engineer Manager Italy&Malta di F5 Networks.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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