Teheran, il diario della protesta

L'opposizione non di ferma di fronte alla minacce del regime e alle violenze. Tutto ha avuto inizio con le elzioni del giugno scorso

Teheran, il diario della protesta

Queste le principali tappe dei quasi 200 giorni di proteste in Iran.
12 GIUGNO - Elezioni presidenziali. Alla chiusura dei seggi, il candidato moderato Mir Hossein Mussavi si dichiara vincitore. Ma il ministero dell'Interno annuncia che il presidente uscente, Mahmud Ahmadinejad, è rieletto con il 63% delle preferenze. Mussavi e il candidato riformista, Mehdi Karrubi, chiedono la cancellazione delle elezioni, denunciando brogli.
13 GIUNO - Prime manifestazioni di migliaia di oppositori di Ahmadinejad e primi scontri con le forze di sicurezza.
15 GIUGNO - Centinaia di migliaia di persone - oltre un milione secondo alcune stime - partecipano alla più grande manifestazione di protesta dopo la rivoluzione del 1979, nonostante il divieto del governo. Alla fine, alcuni miliziani islamici aprono il fuoco sulla folla. Almeno sette i morti, secondo le cifre ufficiali.
16-18 GIUGNO - Manifestazioni quotidiane di protesta a Teheran con la partecipazione di centinaia di migliaia di persone.
19 GIUGNO - In un sermone alla preghiera del venerdì di Teheran, l'ayatollah Khamenei chiede a tutti di accettare l'elezione di Ahmadinejad e ordina la fine delle manifestazioni di piazza.
20 GIUgno - La polizia, appoggiata dai miliziani islamici, reprime nel sangue un nuovo raduno dell'opposizione. Incerto il numero dei morti. Si va dai 13 secondo le notizie ufficiali a diverse decine secondo testimoni.
9 LUGLIO - Represse nuove manifestazioni nel decimo anniversario della rivolta studentesca del 1999.
17 LUGLIO- Nuovi scontri a Teheran, mentre l'ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani, considerato uno sponsor di Mussavi, parla come guida della preghiera del venerdì.
18 SETTEMBRE - Approfittando dei raduni ufficiali per la 'giornata di Qods', con cui ogni anno il regime riafferma il suo sostegno ai palestinesi, decine di migliaia di oppositori tornano in piazza.
4 NOVEMBRE - Nuove manifestazioni, disperse dalle forze di sicurezza, in occasione del 30.mo anniversario dell'assalto all'ambasciata Usa a Teheran.
7 DICEMBRE - Ancora manifestazioni di protesta nelle Università e nelle piazze a Teheran e in altre città in coincidenza con la 'giornata dello studente'.
20 DICEMBRE - Muore nella notte il Grande Ayatollah dissidente Hossein Ali Montazeri. I funerali sono occasione di nuove manifestazioni di protesta, con migliaia di persone, nella città santa di Qom.
22 DICEMBRE - Uomini in borghese, dicono siti dell'opposizione, attaccano la casa del Grande Ayatollah riformista Yusuf Sanei a Qom. Scontri a Isfahan e nella vicina Najafabad, cittadina natale di Montazeri.


27 DICEMBRE - Decine di migliaia di oppositori in piazza a Teheran per la festività sciita dell'Ashura. Scontri. Per i siti dell'opposizione la polizia uccide quattro manifestanti. Scontri anche a Isfahan e Najafabad.

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