Tel Aviv «L’ex premier Sharon si sta svegliando dal coma»

Da anni è ricoverato in stato vegetativo persistente: eppure Ariel Sharon (81 anni) sembra lottare ancora per riaversi dall’emorragia cerebrale che lo stroncò nel gennaio 2006 mentre era in carica come primo ministro e si accingeva a guidare il suo partito Kadima verso un primo ed impegnativo confronto elettorale. Ieri l’ex consigliere Dov Weisglass ha rivelato che le sue condizioni sono gradualmente migliorate e che Sharon si trova - nella scala dei diversi tipi di coma - «in un posto elevato, verso il risveglio». «Se poi questo risveglio avverrà davvero, lo sa il Cielo» ha aggiunto. La prima conferma di un lieve miglioramento delle condizioni dell’ex premier era giunta nei giorni scorsi dal suo medico curante, Shlomo Segev. Segev aveva raccontato in un’intervista che una volta al cospetto di Sharon «si ha la sensazione di una comunicazione... che lui avverta la tua presenza». Ricoverato nel Centro medico Sheba (Tel ha-Shomer) di Tel Aviv, Sharon è ancora protetto da un soldato di guardia e da agenti dello Shin Bet, il servizio di sicurezza. Solo quattro persone sono ammesse nella sua stanza: il dottor Segev, i figli Omri e Ghilad, e la moglie di quest’ultimo, Inbal.

Sharon ha spesso gli occhi aperti: ha davanti a sè un televisore su cui scorrono immagini di paesaggi naturali che dovrebbero ricordargli il suo «ranch» nel Neghev. I figli - che lo visitano assiduamente - gli fanno ascoltare musica classica, gli leggono libri, lo aggiornano sui titoli dei giornali. «Quando gli viene detto di muovere un dito, lo fa», sostiene Weisglass.

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