La telenovela dell’ex convitto occupato

Daniele Petraroli

E così anche il 15 luglio è passato. Scaduto l’ultimatum che il plenipotenziario di Veltroni Luca Odevaine aveva dato loro, i ragazzi dell’«Angelo Mai occupato» sono rimasti senza problemi nell’ex convitto. Inutile l’attesa delle ultime ore, gli appelli tramite e-mail a rimanere a dormire con le tende nella struttura e la veglia fino all’alba. Del preannunciato inizio dei lavori e, quindi, del conseguente rischio-sgombero nessuna traccia.
Ieri mattina all’Angelo Mai l’atmosfera era quella tipica del day-after. Nessuno in giro, sedie e tavolini sparsi ovunque nel giardino dell’ex convitto e tutti i ragazzi a dormire dopo aver fatto l’alba in attesa delle camionette della polizia che non sono mai arrivate. Già dalla sera prima, comunque, la situazione era parsa abbastanza chiara. La trattativa, sottotraccia, era sempre proseguita in questi giorni. Da parte del Comune e degli occupanti solo dichiarazioni di facciata. Ognuno a far la faccia cattiva solo per impaurire la controparte e ottenere lo sblocco di una situazione che ha causato più di un problema a sinistra tra Ds paladini della legalità e Rifondazione a giustificare l’occupazione.
Nella mattinata di ieri la conferma. «Continuano i contatti tra Campidoglio e i giovani dell’Angelo Mai - ha reso noto il Comune - per trovare l’accordo che tuteli le esigenze del quartiere, della comunità scolastica, che garantisca il rispetto delle regole ma, al tempo stesso, non disperda il valore di un’esperienza culturale significativa, di un momento di socializzazione e creatività e che troverà altri spazi idonei dove poter continuare». Subito dopo l’intervento di Veltroni («Siamo vicini a una soluzione condivisa») e l’annuncio di un nuovo incontro nella giornata di domani.
Nonostante le cautele anche gli occupanti sembrano soddisfatti in vista dell’incontro in Campidoglio. Al di là delle dichiarazioni ufficiali («La cosa ci fa piacere, anche se al momento non disponiamo di informazioni precise. Anzi vorremo che facessero sapere qualcosa anche a noi. Veltroni parla di una soluzione condivisa ma noi, al momento, non sappiamo nulla»), quel che trapela è che proposte sono già state fatte. Proposte concrete e che dovrebbero accontentare i ragazzi del «laboratorio culturale». E quindi una struttura con più di un locale al suo interno in pieno centro, come da richiesta degli occupanti in questi mesi. Resta da vedere quanto costerà questa volta il buonismo veltroniano («cerchiobottismo», precisano gli abitanti del rione Monti) ai cittadini romani.

L’Angelo Mai, questa volta forse ci siamo veramente, tornerà a disposizione della collettività e sarà destinato ad accogliere i bambini della scuola media «Viscontino». Ma un altro palazzo verrà regalato agli occupanti del «laboratorio culturale». Il più forte ha vinto anche questa volta.

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