Tende, bivacchi e borse taroccate: la città va in tilt

Gli ambulanti senza licenza dilagano oltre gli spazi concessi Traffico impazzito: previsti altri blocchi

Non bastavano i seicentocinquanta metri piani di via Legnano, assegnati dalla forza pubblica per «evitare guai peggiori», loro si sono presi anche gli altri quattrocento in viale Gadio. Marciapiedi, pista ciclabile, aiuole e strisce pedonali comprese. Occupazione all inclusive col marchio dei soliti noti, gli abusivi di Sant’Ambrogio. «Gli oh bej Oh bej sono sempre gli Oh bej Oh bej» - tradizione irrinunciabile, finora - come da copione, appunto, l’esercito dei senza permesso ha potuto montare tende gazebo banconi. In tutta tranquillità, indisturbati. E pazienza se, in mattinata, passare in auto o in tram attorno al Castello era già utopia. La festa è iniziata. Durerà fino a domenica.
Il mondo in una borsa

Taroccata, naturalmente. Come quelle messe in fila sulle lenzuola bianche dei senegalesi, sulle tavole di legno dei cingalesi, in vetrina tra le stoffe di casa sudamericana. Convocazione ecumenica via sms o tramite classico passaparola, ed ecco almeno 400 ambulanti a occupare la zona. Sottili equilibri tra etnie, disegnati col gesso sull’asfalto sin dal pomeriggio di mercoledì. Eppure l’occupazione vera e propria si compie soltanto con l’aiuto del buio.
Irregolari in mostra

I primi a sferragliare sono i ragazzi dei centri sociali, immancabile binomio punkabbestia e vin brulè «produzione propria». L’abusivo vien di notte, e poco importa del massiccio dispiegamento di polizia e vigili. Anzi, servono a proteggersi dai furti di spazio. In agguato ci sono i ritardatari. Gli agenti controllano, evitano che il popolo dei cartoni dilaghi fin dentro al parco Sforzesco, spiegano con infinita pazienza che «no, gli incroci vanno lasciati liberi», minacciano verbali i salati ai più insistenti.
Come Samir, dal Bangladesh, sopravvissuto allo tsunami due anni fa ma non certo alla prepotenza di chi è arrivato prima di lui, sotto l’Arena, a piazzare il proprio carico di merce. «Quanto fa in euro un metro quadrato di fiera moltiplicato per quattro giorni di affari clandestini?», continua a chiedersi mentre denuncia casi di corruzione conclamata nelle procedure di assegnazione dei posti. Gestite, è ovvio, da un comitato fantasma nonché abusivo anche quello. È inutile protestare, non può prendersela con nessuno. Al massimo, sperare che l’indomani la pattuglia si sposti dall’ultima piazzola rimasta senza padrone. Se la contendono in venti. Intanto, i fortunati che ormai la bancarella vietata l’hanno piantata saldamente in terra, tirano il fiato. Possono finalmente dedicarsi ad amene attività in stile campeggio: barbecue, legna da falò, e buonanotte in canadese, «che da domani si lavora».
Caos al volante

Quello sperimentato dai milanesi per tutto la giornata di ieri o quasi nel tragitto da e verso l’ufficio. Ingorghi, code, clacson alle stelle: insomma traffico paralizzato. Il problema degli abusivi si è mischiato ai pericoli per l’incolumità dei primi visitatori della manifestazione, quindi la decisione presa dal comando dei vigili di Zona 1 di chiudere alla circolazione via Legnano e il tratto Canova-Melzi D’Eril. Situazione «in divenire», che con l’entrata nel vivo della festa «non potrà che peggiorare». E allora per gli automobilisti sono in arrivo altri «regali».

Blocchi, parziali o definitivi, già da oggi nell’intera area interessata dall’esposizione e probabilmente anche sin dalla cerchia dei Bastioni. Da segnare sulla mappa i punti «caldi»: Porta Vercellina-Mascheroni-Pagano e piazza Lega Lombarda, ieri epicentro di una città in stato confusionale.

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