Tenta di uccidere l’ex fidanzata con un machete

L’uomo, un polacco, è stato arrestato. A Tor San Lorenzo, invece, i carabinieri sottraggono una donna all’ira del marito

Stefano Vladovich

Lei lo lascia e lui la tormenta con insulti e minacce. E dalle parole passa presto ai fatti. Impugnando una specie di machete, aspetta che finisca il turno di lavoro, poi la prende alle spalle e la colpisce alla schiena.
È andata bene a una giovane donna polacca, Magdalena (chiamiamola così), di 27 anni, aggredita a Ostia ponente dall’ex fidanzato di 23 anni, a dir poco infuriato per la decisione di interrompere il loro rapporto. Iarowal Cybulski, operaio da tempo in Italia, alle 21.30 di domenica si presenta davanti al bar Raphael, in viale Vasco De Gama, per mettere la parola fine alla burrascosa relazione con la connazionale.
Fuori di sé, appena vede Magdalena le si scaglia contro con violenza inaudita. Solo l’intervento di alcuni avventori, oltre a quello dei gestori dell’esercizio commerciale, riesce a evitare il peggio. Quando sul posto arriva la volante del XIII commissariato, la scena che si presenta agli agenti è inquietante. La poveretta è ferita a terra, lo straniero stringe ancora tra le mani l’arma. I poliziotti, comunque, riescono a disarmare il ragazzo e a mettergli le manette. L’accusa? Tentato omicidio, lesioni personali, detenzione di arma impropria. Magdalena, medicata al pronto soccorso dell’ospedale G. B. Grassi del Lido, se la caverà. È ricoverata ma non in pericolo di vita.
Altra storia, altro dramma in famiglia, questa volta consumato fra le pareti domestiche in un appartamento di Marina Tor San Lorenzo, sul litorale di Ardea. Carlo F., 28 anni e una serie di precedenti penali da far spavento, noncurante della presenza del figlioletto di appena quattro anni anni, stava picchiando selvaggiamente la moglie quando sono arrivati i carabinieri. Una telefonata anonima al 112, difatti, spiegava alla sala operativa dell’Arma che l’energumeno, dopo aver distrutto i mobili di casa si era scagliato come un forsennato contro la moglie tra il pianto e le urla del bambino. La donna, per sottrarsi alle botte, si rifugia in auto. I militari si precipitano sul posto.
Alla vista delle divise, impugnando un lungo coltello a serramanico, al malvivente non resta che minacciare gli stessi carabinieri e aizzare contro di loro il suo cane da pastore tedesco.
Un diversivo che, di fatto, gli fa guadagnare tempo e terreno. Carlo fugge mentre i militari corrono in soccorso della donna e del bambino. Ma non si arrendono: dopo due ore di appostamento ecco che il malvivente si ripresenta davanti il portone d’ingresso cercando di entrare in casa a costo di sfondare la porta. Per fermarlo gli uomini del nucleo operativo di Anzio sono costretti a saltargli addosso.


Mentre la signora viene ricoverata alla clinica Sant’Anna di Pomezia, il marito viene rinchiuso nel carcere di Velletri per minaccia aggravata e resistenza a pubblico ufficiale, lesioni, danneggiamento e maltrattamenti in famiglia.

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