«Intitolate una via a mio papà». Lui, Roberto Peci, se non fosse stato per il fratello brigatista, non lavrebbe conosciuto nessuno ma forse oggi sarebbe ancora vivo. È rimasto un operaio ai margini degli anni di piombo, ma contro di lui si scatenarono i terroristi quando il fratello Patrizio (nella foto), decise di collaborare con lo Stato.
Così rapirono e uccisero Roberto Peci, in nome del quale la figlia Roberta, 28 anni, laureanda in antropologia che mai conobbe papà, chiede ora una strada alla presentazione del documentario «Linfame e suo fratello» dedicato ai due. Intanto lo zio, che non lha mai voluta conoscere, vive in una città del nord sotto unaltra identità.
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