da Roma
Lunedì mattina vertice al ministero dellEconomia fra Tommaso Padoa-Schioppa, i viceministri, i sottosegretari e i tecnici che stanno lavorando al Dpef: obiettivo, fare il punto della situazione prima che, nel pomeriggio dello stesso giorno, riprenda il tavolo di Palazzo Chigi fra governo, imprenditori e sindacati. Stesura del Documento di programmazione e trattativa sulle pensioni si intrecciano strettamente, e cè preoccupazione per landamento della spesa pubblica. I 6 miliardi e 600 milioni di maggiori entrate registrate nei primi 4 mesi dellanno (è di ieri il dato, reso noto da via XX Settembre) non sembrano sufficienti a coprire le maggiori uscite. Per le pensioni resta, dunque, poco spazio di manovra.
Scalone, o caro. Leliminazione secca dello «scalone della discordia» costerebbe 65 miliardi in 10 anni. Tutte le soluzioni intermedie hanno costi diversi: ad esempio portare nel 2008 a 58 anni (anzichè a 60, come prevede la riforma Maroni) leta per la pensione danzianità, e poi aumentare un anno ogni 18 mesi, costerebbe 10 miliardi. Rinunciare ai risparmi garantiti dallo «scalone» - che a regime assicura minore spesa previdenziale per oltre 9 miliardi lanno - è praticamente impossibile per un bilancio perennemente in bilico come quello italiano. Queste le preoccupazioni espresse da Padoa-Schioppa nellultima riunione di Palazzo Chigi con le parti sociali.
Tesoretto prosciugato. Il fatto è che il famoso tesoretto, di fatto, non esiste più. O meglio, restano i 7 miliardi e mezzo necessari per sistemare i conti pubblici, ma i 2,5 miliardi di extragettito da dedicare a pensioni e welfare si sono volatilizzati in maggiori spese. «Se rifacessi i conti oggi - ha detto il ministro dellEconomia - quella cifra dovrei ridurla». Landamento dellautoliquidazione di giugno si conoscerà solo ai primi di luglio, ma già è noto che il gettito Irap - grazie al taglio del cuneo fiscale - sarà molto inferiore a quello dellanno scorso. Restano dunque il miliardo e 300 milioni per aumentare le pensioni più basse di qualche decina di euro al mese; 600 milioni per finanziare misure a favore dei giovani (riscatto della laurea, totalizzazione dei contributi previdenziali, assegni universitari); e 600 milioni per gli ammortizzatori sociali, in particolare laumento dal 50 al 60% dellindennità di disoccupazione a un allargamento della cassa integrazione.
Bruxelles in agguato. Padoa-Schioppa ha ricordato che lItalia è ancora sotto procedura per deficit eccessivo, dunque è «vigilata speciale» da parte dellUnione europea.
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