da Milano
Continua in salita la strada della riforma previdenziale: il ministero del Lavoro è alle prese con la ristesura del decreto sulla previdenza integrativa, ma alcuni problemi fondamentali restano per ora irrisolti. A cominciare dal nodo delle compensazioni per le imprese: sulla questione dell'accesso al credito per le aziende che devono rinunciare al Tfr come fonte di autofinanziamento, che oppone la Confindustria e l'Abi (le imprese chiedono che il credito sia automatico, le banche chiedono che ci sia una valutazione da parte dell'istituto) si sta ancora cercando la soluzione. Il ministero del Lavoro sta spingendo per avere l'automatismo completo (l'accesso al credito per l'intero importo del Tfr conferito ai fondi integrativi) ma è più probabile che ci si fermi a un «automatismo ridotto», ovvero all'applicazione da parte della banca di una griglia di valutazione definita con la messa a punto del Fondo di garanzia. Lunedì il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, ha fatto sapere che non saranno accettati aggravi per le imprese.
Sembra invece risolta la questione del contributo del datore di lavoro. L'orientamento del governo è di accogliere le richieste sindacali di versare il contributo dell'impresa ai fondi solo sulla base di un accordo tra le parti. Su questo punto già lunedì si è espressa l'Ania (assicurazioni) preoccupata che questo elemento sia determinante per far pendere la decisione dei lavoratori a favore dei fondi contrattuali rispetto ai fondi aperti e alle polizze.
Quanto alla copertura, il governo non ha ancora messo in chiaro quali saranno le risorse da destinare alla previdenza integrativa nella prossima Finanziaria. I tempi, però, stringono: il 6 ottobre scade la delega previdenziale e resta solo un mese di tempo per rendere operativa la riforma.
«Siamo nella fase - ha affermato ieri il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani - in cui il governo dovrà dirci se sul Tfr intende accogliere la nostra impostazione e se vuole aprire con noi il confronto sulla Finanziaria».
Il nuovo testo, secondo quanto si apprende, potrebbe essere pronto tra oggi e domani, in tempo per il nuovo incontro con le parti sociali fissato per venerdì.
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