Torino - Il comandante generale dei vigili del fuoco è stato stroncato da un anuerisma oggi, poco dopo mezzogiorno, mentre testimoniava, in procura a Torino, nell’inchiesta sul rogo della Thyssenkrupp. Giorgio Mazzini, ingegnere, 67 anni, capo del corpo dei pompieri e vice capo del dipartimento del soccorso pubblico e della difesa civile, stava rispondendo alle domande di due ispettori della polizia giudiziaria: all’improvviso si è accasciato sulla sedia, lasciando una frase a metà. I tentativi di rianimarlo sono partiti immediatamente, ma nemmeno il massaggio cardiaco tentato dai soccorritori ha potuto salvarlo.
Aneurisma Sono gli effetti di un aneurisma risalente almeno a due giorni fa la causa della morte di Giorgio Mazzini. L’autopsia - secondo quanto si è appreso - ha stabilito che si è trattato di un aneurisma alla biforcazione addominale, con un’emorragia che si è trascinata per quarantotto ore. Mazzini, mentre parlava con gli ispettori della polizia giudiziaria, ha premuto una mano contro il fianco destro mormorando "Ah, che dolore". Poi, da seduto su una sedia, si è piegato sul tavolo. Inutili i tentativi di rianimarlo.
Tragica fatalità "È stato un triste, tragico malore" ha detto il procuratore generale Gian Carlo Caselli. Il medico curante, interpellato dai sanitari torinesi, ha detto che in passato Mazzini aveva avuto una dilatazione dell’aorta, e che forse non si era curato adeguatamente. Il comandante era a Torino insieme a un altro dirigente del corpo. Al momento della disgrazia era nella stanza dell’ispettore Raimondo Romanazzi, al quinto piano del palazzo, insieme a un altro ufficiale di polizia giudiziaria e al secondo funzionario. Ogni tanto faceva capolino il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello.
L'interrogatorio Mazzini stava spiegando agli inquirenti le modalità di lavoro dei vigili del fuoco e tutti i passi che la ThyssenKrupp avrebbe dovuto compiere per mettere in regola i suoi stabilimenti. Le indagini, infatti, avevano appurato che né a Torino (dove il 6 dicembre si sviluppò il rogo costato la vita a sette operai) né a Terni l’azienda aveva ottenuto il certificato prevenzione incendi.
Lo stabilimento di Torino, inoltre, non era ancora del tutto a posto con le direttive della "legge Seveso" in materia di rischi ambientali. Mazzini, entrato nel corpo 40 anni fa, era diventato comandante generale il 1 gennaio 2006. Era sposato, aveva due figli e tra due mesi sarebbe andato in pensione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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