Ti lascio una canzone. Se la trovo...

Mica tanti anni fa, quando finiva un amore, il lui o la lei in questione o il luilei da pronunciarsi tutt’assieme tanto era stato forte il loro legame, potevano affrontare in vario modo il momento del distacco. I più abili nell’arte di esprimersi, magari con dei versi, lo facevano componendo una struggente poesia. Fra questi, la maggior parte, non potendo ambire al romanticismo letterario di un Leopardi e non disponendo del bagaglio di congiuntivi necessario, non regalava ai posteri versi di pregiata fattura però ci metteva l’anima. Chi intriso di dolore - la stragrande maggioranza - e chi fingendolo per celare un moto di sentitissima liberazione - la minoranza -. In entrambi i casi, restava meritorio il loro contributo artistico.
Alla stessa famiglia poetica, appartenevano i musicisti del cuore infranto. Tutti coloro che all’innegabile limite dei propri versi affiancavano spesso l’imbarazzante stonatura degli accordi randellati sulla chitarra. Nella fattispecie, a uscirne devastato, oltre ai timpani dei vicini, era il giro di Do. Anche in questo caso, però, lodevole era l’operato para-artistico dei suddetti.
E siamo così alla terza categoria di Paoli e Francesche. La più nutrita. Quella abitata da milioni di consapevolmente sgrammaticati e consapevolmente stonati che preferivano fare un regalo a se stessi e agli altri, evitando di scrivere in versi o di avventurarsi come Indiana Jones in una giungla di accordi. Questi, cioè i più, rispolveravano fra le canzoni condivise con l’amore finito quella più significativa per struggersi e ricordare. Il loro era un gesto semplice quanto logico. Piccolo grande amore di Baglioni ascoltato durante il primo bacio, Laura non c’è di Nek anche se si chiamava Marta.
Ora no. Ora, a fianco degli irriducibili del sentimento che agiscono ancora così, va crescendo la new generation dei cuori infranti, quella per i quali non c’è Baglioni, non c’è piccolo, non c’è grande, non c’è amore, tantomeno ci sono Laura o Marta, bensì i forum online a cui aggrapparsi. Per domandare: «Mi date una canzone da dedicare al primo amore?». Oppure: «Mi dite per favore il titolo di una canzone per ricordare un amore finito?».


Possibile non ne abbiano una loro? Possibile che debbano ricorrere al forum internet? Possibile sì, tanto più che c’è persino chi arriva a chiedere: «Mi trovate una canzone su un amore finito che... mi manca, però”?
Ovvia, naturale, prevedibile puntualizzazione. Perché la versione due punto zero dell’amore prevede talvolta il bisogno di ricordare con una canzone un amore che non manca.

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