da Milano
Il consigliere regionale della Lega Nord Daniele Belotti è stato condannato dal tribunale di Venezia a un'ammenda di 51mila euro per aver rilasciato a un quotidiano di Bergamo dichiarazioni ingiuriose nei confronti di due giudici per le indagini preliminari del tribunale di Bergamo dopo la scarcerazione di 17 extracomunitari.
I fatti risalgono al marzo 2002; dopo una lunga indagine i carabinieri arrestarono 17 nordafricani con l'accusa di detenzione e spaccio di stupefacenti. Il giorno dopo i giudici per le indagini preliminari Stefano Storto e Vito Di Vita disposero la loro scarcerazione per mancanza di gravi indizi di colpevolezza. Alcuni giorni dopo Belotti fu querelato dai gip per la dichiarazione: «Certi magistrati, anziché pensare a resistere, resistere, resistere, dovrebbero pensare a lavorare, lavorare, lavorare», pubblicata su un quotidiano il 26 marzo.
Oggi la sentenza del tribunale di Venezia, competente per Bergamo nei procedimenti che riguardano i magistrati. «Non mi aspettavo diversamente - ha commentato Belotti -. Se un rappresentante eletto dai cittadini non può fare una simile critica a tutela dei cittadini stessi, allora la democrazia è finita. Mi chiedo: se invece che alla magistratura queste critiche fossero state rivolte a un sindaco o a un consigliere regionale, sarebbe stata la stessa cosa?».
Condannati a un'ammenda di 15mila euro per una lettera aperta dal titolo: «Grazie signor giudice», sottoscritta al termine di un dibattito sulla sicurezza, in seguito allo stesso fatto di cronaca, altri due consiglieri regionali, Pietro Macconi (An) e Carlo Saffioti (Fi) e il presidente dei commercianti di via Moroni Roberto Spagnolo.
Dopo la sentenza sono piovuti messaggi di solidarietà dal centrodestra.
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