Tor de’ Cenci, campo rom da rifare Comune e municipio hanno deciso di spendere 120mila euro per un’area che nel 2000 era perfetta

Daniele Petraroli

È ancora e sempre la questione-nomadi al centro dei dibattiti del XII municipio. Sarà forse perché sono ben tre i campi nei dintorni dell’Eur? Così se lo scorso anno si discuteva di quello di Castel Romano (definito dal Comune «temporaneo», anche se rimane un mistero quanto tempo debba rimanere lì, in una riserva naturale protetta), quest’anno si è parlato ampiamente di quello di Tor de’ Cenci. Balzato agli onori delle cronache per i violenti scontri avvenuti al suo interno il mese scorso tra le due etnie presenti, bosniaci e macedoni.
Ieri, quasi improvvisamente, il XII municipio si è accorto del problema. Le commissioni consiliari Politiche sociali del Comune e del municipio hanno deciso di dare il via a imponenti lavori di ristrutturazione del campo. Sarà riqualificato il sistema idrico ed elettrico e sarà avviato un censimento interno (che dovrà essere effettuato dai vigili urbani) per individuare gli irregolari. Il tutto per «ripristinare le condizioni di sicurezza degli ospiti e, quindi, dei cittadini del territorio». Non verrà eretto, invece, come chiedeva la comunità macedone dopo gli scontri di agosto, il muro divisorio.
Meglio tardi che mai, comunque. Ma quanto costerà la risistemazione ai contribuenti? «Secondo le stime del nostro ufficio tecnico - spiega il presidente della commissione Pasquale Carpentieri - per l’intervento occorrono almeno 120mila euro». Soldi per il momento che non ci sono ma sono stati semplicemente richiesti al Comune. «L’impegno del municipio XII per il ripristino delle condizioni di sicurezza del campo - ha commentato la presidente del municipio Patrizia Prestipino - avviato a fine luglio con la convocazione del tavolo sulla scolarizzazione dei bimbi rom, continua. Adesso stiamo lavorando con il Comune per il reperimento dei fondi necessari per questi interventi».
Da Alleanza nazionale, invece, si levano parole fortemente critiche sul lavoro fin qui svolto dall’amministrazione capitolina. «La situazione nel campo è totalmente fuori dal controllo delle istituzioni - ha attaccato il consigliere capitolino Luca Gramazio -. Voglio ricordare che Tor de’ Cenci attrezzato nel 2000 con i moduli abitativi e tutti i servizi necessari e che doveva essere il fiore all’occhiello dell’amministrazione comunale è stato ridotto dalla comunità che lo abita in uno stato di profondo degrado vanificando così gli investimenti economici prodotti. Situazione analoga di degrado a Tor Pagnotta (il terzo campo rom della zona, ndr) in cui un anno fa ebbe inizio un primo parziale sgombero che il Campidoglio non ha voluto concludere e che quindi ha determinato un ripopolamento dello stesso».
«L’emergenza rom nel nostro municipio - ha aggiunto il consigliere in XII Marco Cacciotti - ha raggiunto livelli inaccettabili causa il fallimento delle politiche adottate in questi anni dall’amministrazione comunale e la totale assenza della giunta Veltroni nei rapporti con il municipio. Senza considerare la scellerata e inopportuna decisione di insediare in quest’area un terzo campo.

Il fallimento delle politiche adottate sull’integrazione e la scolarizzazione è evidente ormai a tutti. Per esempio quanti bambini sono stati scolarizzati e quanti frequentano regolarmente le scuole dell’obbligo? I risultati sono estremamente deludenti eppure ogni anno il Campidoglio impegna 2 milioni di euro».

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