Tor de’ Cenci, salta l’accordo con i rom

Salta l’accordo all’ultimo momento. Da Tor de’ Cenci per ora i rom non andranno via. All’incontro di ieri con l’assessore Sveva Belviso i capi-famiglia hanno puntato i piedi: senza sapere dove saremo trasferiti, hanno detto, non firmiamo nessuna intesa. Dopo Casilino 900, quindi, il Piano nomadi segna il passo. A giugno sarà chiusa La Martora, annuncia il Comune. Ma i nodi si fanno più intricati.
«Sono estremamente delusa» rimarca l’assessore Belviso. L’incontro ieri si è svolto all’assessorato alle politiche sociali. In un primo momento sembrava fatta. Sul tavolo il protocollo che fissava le regole per lo sgombero. Bastava siglarlo. L’accordo era già stato concordato. Ma all’ultimo istante i rom ci hanno ripensato: «Chi siamo noi per firmare? Non siamo nè Obama nè Berlusconi. Fino a ieri non contavamo nulla, ora non firmiamo niente».
La formula era la stessa utilizzata per Casilino 900: il Comune si impegnava a offrire ai rom di Tor de’ Cenci un campo attrezzato, con luce, acqua, servizi sociali, in cambio della collaborazione allo sgombero. Questa volta, però, le cose non sono andate per il verso giusto. «I nomadi ci hanno chiesto di sapere con esattezza dove è localizzato il villaggio attrezzato e in che condizioni si trova - spiega l’assessore - ma noi non possiamo farlo. Informazioni sui nuovi campi attrezzati che devono essere costruiti - aggiunge la Belviso - non ne possiamo dare per motivi di ordine pubblico».
In pratica il Comune teme le proteste degli abitanti, manifestazioni, presidi. Quindi, niente anticipazioni. Con i capitribù di Tor de’ Cenci resta in piedi solo un accordo non scritto per collaborare insieme allo sgombero, quando sarà. I tempi? Per ora, entro giugno, verrà sgomberato il campo de La Martora. Per Tor de’ Cenci bisognerà aspettare di più. Ottobre-novembre, come minimo. «Io credo che la mancata firma è dovuta alla mancanza di fiducia dei rom, dettata forse dalle promesse non mantenute in passato - argomenta la Belviso - ma firma o non firma, l’accampamento va chiuso. Andremo avanti con diplomazia fino all’ultimo, poi ricorreremo alla forza. In ogni caso lo sgombero avverrà entro il prossimo autunno». Delusione nel Comune. Ma anche fra gli abitanti della zona: Spinaceto, Torre Brunori, Mostacciano. Si vocifera che a fomentare il malcontento dei nomadi siano le coop rosse, che perderebbero i proventi dei servizi: scolarizzazione, pulizia, doposcuola, servizi sociali. Un ricco business. Anche il Pd soffia sul fuoco.
Ma intanto a Tor de’ Cenci proseguono a pieno ritmo le operazioni di foto-segnalamento. I rom, 30-40 per volta, sono accompagnati dai vigili all’Ufficio immigrazione della Questura per essere identificati. A giorni, invece, partirà il bando per la realizzazione di due nuovi campi attrezzati. Vi saranno trasferiti tutti i rom “aventi diritto”. Quelli colpevoli di gravi reati, invece, saranno esclusi. A Tor de’ Cenci i nomadi, etnie prevalenti bosniaca, montenegrina e macedone, sono circa 350, di cui 200 minori. Il campo è finito più volte in questi anni sulle pagine di cronaca.

Il 18 settembre 2007 l’operazione White Wolf porta all’arresto di 27 persone, implicate nel traffico di droga dalla Colombia, base il campo di Tor de’ Cenci. Il 2 febbraio 2009 la polizia trova nell’accampamento droga, proiettili, auto di lusso rubate.

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