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Torino, si trasforma in rapinatrice di banche per sfamare il figlio di sette mesi

Come minaccia diceva «Fuori c'è un commando pronto a intervenire se mi non mi date i soldi». A segno i primi due colpi, cacciata durante il terzo assalto, è stata presa dai carabinieri al quarto tentativo. In caserma i militari l'hanno sfamata e aiutata ad accudire il bimbo, prima di portale nel carcere delle Vallette

La minaccia «C'è un commando pronto a fare irruzione in banca se non mi date tutto quanto avete in cassa» era ovviamente farlocca. Vera invece la fame, sua e del bimbo che si trascinava dietro negli assalti. Così i carabinieri, dopo averla arrestata hanno anche dovuto rifocillarla.
Una vicenda a metà strada tra Woody Allen e Charlie Chaplin quella della torinese Elisabetta, 41 anni, sola e con un figlio di sette mesi da sfamare. Fa un po' sorridere infatti una donna che entra in banca spingendo una carrozzina e tira fuori una storia inverosimile per svaligiare le banche. Oddio, a pensarci bene, tanto inverosimile non si direbbe visto che su quattro istituto di credito visitati, bene tre hanno abboccato, riempiendo di soldi le tasche della donna. Ma il sorriso si spegne subito quando lei racconta le ragioni della sua folle mattinata: «Abbiamo fame» alludendo a lei e al figlioletto.
Figlioletto portato nella sua scorribanda all'interno di un passeggino o di una culla «ovetto» senza ruote. La donna ha colpito la zona sud d Torino e i Comuni limitrofi, fino a qaundo è stata bloccata dai carabinieri della compagnia di Moncalieri a Carignano, proprio mentre stava tentando l'ennesimo colpo.
Nelle prime due banche, a Torino e a Santena, la scusa usata per minacciare il personale era stata creduta: «Fuori c'è un commando di uomini armati pronto a fare irruzione qui dentro - diceva agli impiegati - se non fate come dico io e non mi date tutti i soldi nelle casse». Nella terza, a Carignano, il bancario non l'aveva presa sul serio e lei era dovuta fuggire a mani vuote verso un'altra agenzia. I carabinieri, giunti sul posto, avevano capito che avrebbe colpito nuovamente a breve e si erano divisi, inviando una gazzella anche in una banca vicina, dove la donna, disarmata come in tutti gli altri colpi e con i soli occhiali da sole per camuffarsi, è stata colta sul fatto.
Una volta portata nella stazione di Carignano, la rapinatrice inizialmente aveva detto di essere divorziata e mantenuta dal marito, ma in un secondo tempo ha ammesso di avere agito per necessità. «Sono senza un lavoro stabile - ha raccontato - e con un bambino piccolo non sapevo come andare avanti». Prima di essere trasportata nel reparto speciale del carcere delle Vallette destinato alle mamme con figli piccoli, la donna è stata rifocillata dai militari, che l'hanno anche aiutata ad accudire il piccolo. La donna ha poi confermato di avere agito completamente da sola e che il «commando» che avrebbe dovuto entrare nelle banche nel caso non fossero state rispettate le sue direttive era frutto soltanto della sua fantasia. La presenza del bambino serviva a tranquillizzare il personale delle banche e gli altri clienti, rendendola insospettabile.
Soltanto in occasione della prima rapina, in un'agenzia di via Nizza a Torino, un utente particolarmente attento si era accorto che c'era qualcosa che non andava e aveva provato ad avvisare il personale della banca, ma senza successo.

Tuttavia, quando la rapinatrice era uscita aveva notato la Fiat Punto rossa sulla quale era salita e aveva indicato ai carabinieri la direzione di marcia della vettura, facilitandone poi l'arresto.

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