Torna il «compagno G»: Consorte? Ha fatto bene

Mimmo Di Marzio

da Milano

A volte ritornano anzi, almeno in Italia, assai spesso. E così, nella patria delle Arabe fenici della politica, immuni agli scandali e alle inchiesta giudiziarie, Primo Greganti (ricordate «il compagno G»?) non poteva fare eccezione. E perchè poi? Unico agnello sacrificale della tangentopoli con la falce e il martello, il titolare del «conto Gabbietta» ha fatto più di quanto gli toccasse, salvando la nomenklatura dell’allora Pds dalle inchieste Mani pulite e patteggiando una condanna a tre anni che ha finito di scontare il 16 ottobre scorso. Rieccolo dunque, a 10 anni dalle indagini che lo travolsero, annunciare la sua ridiscesa nell’agone politico, ovviamente tra le file degli ex compagni diessini che, non ha dubbi, lo riabbracceranno. E non solo per la riconoscenza di essersi addossato senza fiatare le accuse di corruzione e finanziamento illecito ai partiti (622 milioni di lire ricevuti dalla Ferruzzi, la vendita della sede degli Editori Riuniti a Roma, la costruzione in Piemonte del depuratore del Po Sangone), ma anche perchè, sottolinea in un’intervista al Riformista, «sono rimasto di sinistra e inoltre lo statuto dei Ds prevede la possibilità di dare la tessera a un compagno che ha espiato la pena. Se mi accettano -dice- sono pronto a dare il mio contributo». E, per sottolineare che non ha perso lo smalto, sciorina riflessioni su quello che, evidentemente, è rimasto il suo tema privilegiato: il rapporto tra politica e finanza. Primo argomento a caso, l’affaire Unipol-Bnl. Per il compagno G, che di conti se ne intende, la scalata di Consorte alla banca è stato un caso gonfiato ad arte, anzi a sproposito. «Perchè una cooperativa -si chiede- non potrebbe comprare una banca? Tutte le banche popolari sono per statuto molto simili alle cooperative e nessuno si lamenta, forse perchè non sono rosse, ma bianche...». Poi, dai «furbetti del quartierino» passa a imbastire macroanalisi sull’economia globale, ovviamente di stampo rigorosamente progressista, raccolte nel suo saggio «Scusate il ritardo, il compagno G è tornato». È necessaria, dice, «una nuova politica di sacrifici perchè è intollerabile che nei nostri supermercati si vendano cibi per cani a 20 euro e in Sierra Leone migliaia di bambini muoiano di fame. Inconfutabile.

Poi, a dimostrare che ha in serbo anche contributi politici, Greganti dice la sua sul futuro della sinistra contemporanea e del governo Prodi. Strizza l’occhio alla gestazione del Partito Democratico «anche se è necessario stabilire prima gli obbiettivi strategici e poi gli strumenti» e augura al Professore lunga vita. Anzi media.

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