Torna sul palco la magia delle marionette

Con un colpo di bacchetta magica i sei personaggi della fiaba di Perrault diventano 300 elementi che, con una vasta gamma di linguaggi, danno vita ad una vicenda che non deve trasmettere messaggi ma rappresentare una metafora di vita vissuta; con «Il gatto con gli stivali», in scena da oggi, la storica compagnia Carlo Colla e figli riapre la sua casa di via Montegani, atélier che, oltre a conservare il ricco patrimonio della storia di una grande famiglia di marionettisti, resta intriso di quell’atmosfera magica che prende vita attraverso le marionette. Eugenio Monti Colla, compagno di viaggio del Teatro Piccolo che ospiterà le repliche di «La Capanna di Betlemme» e «Cenerentola» (dal 23 dicembre all'11 gennaio), è orgoglioso di presentare il cartellone 2008/09 raccontando quale sia stata la filosofia che ha rispettato per programmare la ricca stagione: «L’idea è sempre quella di invogliare le famiglie a tornare a teatro. Non dobbiamo essere interlocutori solo delle scuole: con i nostri lavori, vogliamo restituire il senso della magia, della cerimonia, della fantasia e della creatività, oggi, più che mai, molto importante proprio per un discorso educativo. Attraverso la dimensione ludica è più semplice realizzare l’operazione di formazione dello spirito». Valorizzando concretamente le vicende che con tanta passione la sua famiglia dal 1906, anno in cui fece il suo ingresso al Teatro Gerolamo, porta in scena, Eugenio Monti Colla spiega che i destinatari delle fiabe di Perrault e dei Fratelli Grimm non erano i bambini, bensì un pubblico di esigenti cortigiani. «Le fiabe dovrebbero essere vissute come metafora; non a caso, la ricchezza di situazioni psichiche e drammaturgiche, rendono le nostre messinscene adatte anche agli adulti che dovrebbero, a loro volta, istruire i più giovani». Con «Il pifferaio magico» dei fratelli Grimm, terzo appuntamento della stagione (dal 22 novembre), torna un kolossal marionettistico dopo ben sei anni. «Siamo stati a Broadway, dove abbiamo ammaliato un vasto pubblico eterogeneo. Il nostro teatro marionettistico vanta un primato che gli italiani faticano a riconoscere.

Ignoriamo la qualità dei lavori proposti e dobbiamo stare attenti a non confondere con teatro i virtuosismi intellettuali per i quali siamo soliti perdere del tempo. Il teatro popolare ha le sue caratteristiche che noi rispettiamo cercando di insegnarle a coloro che, purtroppo privi di vocazione umana, vorrebbero apprenderle».

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