Toro, De Agostini vende il 10% con un bond

Il ricavato servirà per l’aumento di capitale di Lottomatica. Titolo in calo del 4%

Angelo Allegri

da Milano

De Agostini fa cassa con Toro. Il gruppo novarese ha annunciato la cessione di circa il 10% della compagnia assicurativa attraverso l’emissione di un bond convertibile. Il ricavato, poco più di 325 milioni di euro, verrà utilizzato dal gruppo guidato dal presidente Marco Drago e dall’amministratore delegato Lorenzo Pelliccioli per partecipare all’aumento di capitale della controllata Lottomatica, impegnata nell’acquisizione dell’americana Gtech.
La complessa operazione, resa nota nella mattinata di ieri, è divisa in due fasi: nella prima, quella che ha appena preso il via, la De Agostini ha trasferito a Mediobanca circa 18 milioni di titoli di Toro. Piazzetta Cuccia li ha collocati a un nutrito gruppo di investitori istituzionali a un prezzo di assegnazione di 18 euro. Nella seconda fase, quando saranno arrivate le autorizzazioni richieste e il bond sarà pronto a prendere il via, Mediobanca restituirà la quantità equivalente di titoli alla De Agostini e collocherà sul mercato obbligazioni con obbligo di conversione in azioni Toro emesse dal gruppo novarese. La prima fase (le parti hanno utilizzato un contratto «total return equity swap») ha l’obiettivo di «coprire» De Agostini dal rischio di oscillazioni del prezzo del titolo da oggi alla data di emissione dell’obbligazione. Il bond, a tre anni, sarà emesso tra maggio e giugno in Italia o in Lussemburgo e prevede un rapporto di conversione variabile che dipenderà dall’andamento del titolo in Borsa. Alla fine, dunque, se i prezzi a Piazza Affari saliranno, a trarne beneficio sarà la stessa De Agostini, che potrebbe alla fine sborsare un po’ di azioni in meno. Attualmente il gruppo novarese possiede il 65,5% del capitale di Toro e anche una volta convertito il bond rimarrebbe saldamente l’azionista di controllo.
L’operazione è stata accolta con qualche disappunto dalla Borsa. Una volta diffusa la notizia Toro ha imboccato con decisione la strada del ribasso per chiudere tra scambi intensi a 17,64 euro, con un calo del 4,02%. Secondo le interpretazioni degli analisti la mossa sembra escludere ulteriori disimpegni della De Agostini, togliendo plausibilità alla cessione della compagnia e alla possibile acquisizione da parte di un concorrente.
Da un altro punto di vista l’operazione sembra confermare la fama di grandi venditori che i manager guidati da Drago si sono conquistati dai tempi della cessione di Seat Pagine Gialle nel 2000. Dal momento della quotazione, avvenuta alla fine di maggio a un prezzo di 11,25 euro, la corsa di Toro è stata inarrestabile e il titolo ha toccato di recente nuovi massimi.


I 325 milioni ricavati saranno utilizzati per mantenere inalterata la quota (il 58% circa) in Lottomatica. L’aumento di capitale in cantiere, intorno all’estate, è di circa 1,4 miliardi. La quota del gruppo di Novara è di circa 800 milioni.

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