(...) Francesco Scidone, e quello ai Lavori Pubblici, Mario Margini: «non ne sappiamo niente». Tra gli indagati ci potrebbero esser anche alcuni amministratori della Provincia che è responsabile del piano di bacino. Secondo una prima valutazione, in base alle consulenze tecniche ricevute, il sostituto procuratore Francesco Pinto e il procuratore capo Vincenzo Scolastico, avrebbero riscontrato cattiva o inesistente manutenzione dei sei rivi esondati, anche se non sarebbero stati ravvisati profili di eccezionalità dellevento atmosferico.
Come parametro tecnico è stato scelto quello del piano di bacino del 2002. La Procura ha constatato, stante le consulenze tecniche, che se nel torrente Polcevera la manutenzione è stata sufficiente, lesondazione si è quindi verificata nel rivo parallelo ovvero il Chiaravagna, dove sarebbe stata «colposamente» insufficiente. Da qui liscrizione nel registro degli indagati che ha scombussolato parte della politica genovese.
Alcuni giorni fa, il presidente della Provincia Alessandro Repetto, in un «preveggente» intervento nellaula consiliare, aveva annunciato, senza mezzi termini, che se fosse stato indagato dalla Procura, avrebbe lasciato lincarico: «Se indagato mi dimetto». Ieri la sua portavoce non ha confermato, né smentito. Bisognerà quindi sapere se la Procura ha indagato pure il numero uno di Palazzo Spinola oppure se liscrizione riguarda lassessore Paolo Perfigli.
La relazione «senza sconti» era stata presentata, allinizio dellestate, dagli esperti Alfonso Bellini, Francesco Masetti, Guido Sirolli e Alfonso Siviglia. In oltre cento pagine scaturiva laccusa a enti pubblici e concessionari privati che avrebbero dovuto far fronte allevento «ampiamente ipotizzabile» per garantire lincolumità dei cittadini e della zona. Secondo i periti della Procura i due o trecento milioni di danni causati dalle esondazioni, sarebbero dovuti a più «errori umani» e nelle zone più a rischio sarebbero state tollerate le mancate regolarizzazioni idrauliche, che avrebbero potuto evitare il disastro.
In tal senso, non risulterebbe che siano state mai emesse ordinanze o diffide, né dal Comune, né dalla Provincia di Genova. Adesso la Procura ha individuato i presunti responsabili. E mentre sindaga, Genova continua la gara di solidarietà. Con una specie di «lista nozze» on line per aiutare gli alluvionati. Direttamente, in concreto e secondo le proprie disponibilità. Proprio come in una lista nozze, ognuno può vedere che «regalo» fare alle famiglie e agli artigiani danneggiati lo scorso 4 novembre, e scegliere direttamente su internet come intervenire. È lidea proposta con il nuovo sito www.aiutiamogenova.it, progettato dalla società di comunicazione genovese Barabino & Partners in collaborazione con i Municipi più colpiti e l'Ufficio diocesano Pastorale Sociale e Lavoro della Curia cittadina. Un aspetto importante delliniziativa è che accedendo al sito, ognuno potrà vedere esattamente di cosa hanno bisogno le famiglie o le imprese, conoscere direttamente il destinatario dellaiuto, mettersi in contatto con lui. E laiuto sarà diretto e immediato, in grado di aiutare la vittima dellalluvione proprio nel momento del massimo bisogno. Il sito www.aiutiamogenova.it della Barabino & Partners propone oggetti di vario tipo e costo, da una scrivania da 150 euro a un defibrillatore da 9.800.
E sempre in tema di solidarietà è da segnalare uniniziativa che non intende più chiedere soldi ai genovesi, ma «solo» di premiare finalmente gli «angeli del fango».
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