Mariella Passerini
Si può affermare ormai con certezza che il trapianto di capelli sia diventato l'intervento estetico più richiesto dagli uomini italiani ed anche da un buon numero di donne affette da alopecia androgenetica, che si rivolgono con fiducia a questa tecnica. D'altra parte, l'autotrapianto ha ormai raggiunto la sua maturità, visto che è nato qualcosa come 50 anni fa. Lungamente sperimentato in America, è cominciato a diventare diffuso anche da noi e crescono le persone che vi fanno ricorso. Ora, l'introduzione di un innovativo sistema d'ingrandimento visivo dell'area d'intervento promette un reale salto di qualità nelle procedure di trapianto di capelli e risultati visibilmente superiori rispetto a quelli ottenibili fino ad oggi. Spiega il dottor Emilio Lavezzari (www.lavezzari.it; tel. 031-973200), microchirurgo a Lugano ed Appiano Gentile che ha acquisito una lunga esperienza clinica dedicandosi esclusivamente agli autotrapianti: «da alcuni anni, l'impiego di microscopi stereoscopici permette di ricavare migliaia di unità follicolari, costituite da uno o due capelli, per ottenere degli infoltimenti di ottima qualità. Le unità follicolari sono paragonabili ai pixel di un'immagine digitale: una loro maggiore o minore concentrazione in un'area determinata rappresenta il fattore più importante per la densità dei nuovi capelli e quindi per il risultato estetico finale. Ricordo che per inserire i nuovi follicoli occorre praticare nella zona da infoltire alcune migliaia di microscopiche incisioni e che in corrispondenza dell'attaccatura fronto-temporale è necessaria una densità particolarmente elevata, allo scopo di ottenere un risultato che fosse il più naturale possibile.
Fino ad oggi, questa fase rappresentava il vero anello debole della procedura di autotrapianto, in quanto le metodiche tradizionali non consentivano adeguati ingrandimenti dell'area d'intervento e la densità ottenibile poteva quindi risultare deludente. Ci si trovava quindi nell'assurda condizione di avere a disposizione unità follicolari perfette, ricavate con grande cura al microscopio stereoscopico, ma di non poter sfruttare questi importanti requisiti al momento del loro inserimento, per la mancanza di un apparato di ingrandimento abbastanza potente». Con i mezzi tradizionali, uno dei maggiori limiti era rappresentato da una distanza operativa ridottissima quando si usavano dei forti ingrandimenti, che di fatto impediva al chirurgo di operare. «Il nuovo rivoluzionario sistema di ingrandimento visivo - continua il dottor Lavezzari - dispone, tra le altre caratteristiche, di autofocus, zoom che permette ingrandimenti fino a 9 volte e telecamera integrata. Effettivamente questi nuovi microscopi, oltre ad essere molto leggeri, dispongono di tutte quelle caratteristiche che li rendono uno dei mezzi tecnologici più sofisticati oggi a disposizione: in pratica consentono di posizionare i nuovi capelli ad una distanza fra di loro ritenuta fino a ieri impossibile. Per le inevitabili difficoltà iniziali (ed anche per l'entità dei costi), almeno per il momento essi non sembrano tuttavia destinati a diventare uno strumento di uso comune.
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