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Travaglio, la Cassazione: diffamò l'ex giudice Verde Deve risarcire 5mila euro

Marco Travaglio e la Garzanti dovranno risarcire con 5mila euro l’ex giudice Filippo Verde per i danni subiti in relazione al contenuto diffamatorio di un brano del libro "Il manuale del perfetto inquisito"

Travaglio, la Cassazione: 
diffamò l'ex giudice Verde 
Deve risarcire 5mila euro

Milano - Il "sommo" inquisitore incastrato dalla Corte Suprema. Marco Travaglio e la Garzanti libri spa dovranno risarcire in solido con 5mila euro l’ex giudice Filippo Verde per i danni subiti in relazione al contenuto diffamatorio di un brano del libro "Il manuale del perfetto inquisito", scritto dal giornalista, nel quale si affermava che Verde era stato "più volte inquisito e condannato", mentre l’ex giudice non ha mai riportato alcuna condanna definitiva e, in un caso, è stata dichiarata la prescrizione di un reato a lui addebitato.

La Cassazione conferma
La terza sezione civile della Cassazione ha infatti confermato la sentenza della Corte d’appello di Torino che aveva disposto il risarcimento in favore di Verde, seppure con una somma molto esigua - 5mila euro, appunto, e il rimborso delle spese - rispetto a quella da lui richiesta (500 milioni delle vecchie lire).

Rigettati tutti i ricorsi La Suprema Corte ha rigettato tutti i ricorsi, e nella sentenza n.22190, ribadisce come "soltanto la correlazione rigorosa tra fatto e notizia di esso soddisfa all’interesse pubblico dell’informazione, che è la ratio dell’articolo 21 della Costituzione, di cui il diritto di cronaca è estrinsecazione: il potere-dovere di raccontare e diffondare a mezzo stampa notizie e commenti, quale essenziale estrinsecazione del diritto di libertà di informazione e di pensiero, incontra limiti in altri diritti e interessi fondamentali della persona, come l’onore e la reputazione" e, in materia di cronaca giudiziaria, "deve confrontarsi con il presidio costituzionale della presunzione di non colpevolezza".

Alterazioni e travisamenti La verità di una notizia "mutuata da un provvedimento giudiziario - ricordano i giudici di piazza Cavour - sussiste ogniqualvolta essa sia fedele al contenuto del provvedimento stesso, senza alterazioni o travisamenti di sorta, dovendo il limite della verità essere restrittivamente inteso". Per questo, l’esimente "anche putativa del diritto di cronaca giudiziaria" prevista dall’articolo 51 c.p.

va "esclusa - si legge ancora nella sentenza - allorchè manchi la necessaria correlazione tra il fatto narrato e quello accaduto, il quale implica l’assolvimento dell’obbligo di verifica della notizia e, quindi, l’assoluto rispetto del limite interno della verità oggettiva di quanto esposto, nonchè il rigoroso obbligo di rappresentare gli avvenimenti quali sono, senza alterazioni o travisamenti di sorta, risultando inaccettabili i valori sostitutivi, quale quello della verosimiglianza, in quanto il sacrificio della presunzione di innocenza richiede che non si esorbiti da ciò che è strettamente necessario ai fini informativi".

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