Perdita di carico tossico da parte di un camion in transito, fuoriuscita da qualche misteriosa fabbrica nascosta sul territorio, incendio illegale di sostanze plastiche. Le avevano pensate tutte la notte scorsa i residenti di Campochiesa, ad Albenga, nel Savonese, quando l'aria è improvvisamente diventata irrespirabile e una più che fastidiosa irritazione colpiva occhi e gola.
Una nube tossica: tanto forte e diffusa che tre turisti piemontesi di un campeggio della zona hanno dovuto far ricorso alle cure mediche nel vicino ospedale. Fukushima è un' esperienza troppo viva per non pensare al disastro e, invece, a causare intossicazioni e malori è stato il falò di un cumulo di piantine di rosmarino destinato alla distruzione, «condito» da un flacone di diserbante, forse anche materiale plastico, per caso o per disattenzione finiti tra le fiamme.
Per giunta, il terreno agricolo nel quale il piccolo incendio è stato appiccato, è di proprietà di Flavio Sanguineti. Il nome, escludendo la famiglia del poeta-critico, non dice nulla ai più, ma chi è del settore lo conosce: fino a tre anni fa Sanguineti è stato presidente dell'Unione agricoltori della Liguria.
Sul posto hanno trascorso la notte, tra lampeggianti e sirene, vigili del fuoco, vigili urbani, forze dell'ordine, personale del 118, tecnici dell'Arpal. L'allarme è cessato solo poco prima dell'alba, quando si è scoperta la ragione della nube tossica.
«Sono dispiaciuto per quello che è successo. Abbiamo sempre svolto in modo scrupoloso il nostro lavoro e proprio non riesco ancora a capire come tutto ciò sia potuto accadere», commenta Sanguineti, che rischia una denuncia. «Non so che cosa possano aver fatto i miei dipendenti. È stato bruciato un cumulo di rifiuti vegetali. I vigili dicono di aver trovato anche una bottiglia di plastica. Giuro, non ne sono a conoscenza».
Intanto, l'area del falò è stata posta sotto sequestro e una segnalazione è stata presentata alla Procura della Repubblica. Anche il sindaco di Albenga, Rosalia Guarnieri, ha parlato di evento «assolutamente accidentale», ma anche «certamente evitabile».
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