Cronache

Tre milioni i cani adottati e ora non abbandonateli

Sempre più cuccioli nelle case grazie al 2020. Ma ci sono state anche separazioni a causa del Covid

Tre milioni i cani adottati e ora non abbandonateli

Chiusi in casa per due lockdown ci siamo circondati di animali. Cani e gatti da abbracciare, da portare a spasso, da accudire. Lo abbiamo fatto per sentirci meno soli, per scongiurare la paura, per cadenzare le giornate con rituali toccasana: la pappa da preparare, la corsa al parco, la toilette al rientro. E che pasticci con le nuove zampine da pulire: no ai disinfettanti e al sapone da bucato, sì ad acqua tiepida e bicarbonato. In cambio il permesso di coccolarsi sul divano per la durata del film serale. L'animale da compagnia ha rappresentato una novità per 3,5 milioni di italiani, secondo la Coldiretti. Nel 2020, solo l'Enpa, la Protezione animali, ha trovato casa a 8.100 cani e a 9.500 gatti, ben il 15% di adozioni in più rispetto all'anno prima.

Tutto bene? Certo che sì. Una società che rispetta gli animali guadagna punti in civiltà e tolleranza. Rispecchiandoci in «altri» occhi ci avviciniamo alla versione migliore di noi stessi. Ma restiamo vigili, è l'appello degli animalisti. Ora che i cuccioli affidati sono tanti di più, ora che da loro abbiamo ricevuto affetto e compagnia, abbiamo anche più responsabilità. «Non abbandoniamoli con la prima scusa - avverte Gianluca Comazzi, consigliere di Forza Italia in Regione Lombardia, già Garante per la tutela animali per il Comune di Milano - Gli animali non sono oggetti di cui servirsi quando si ha bisogno per poi sbarazzarsene al momento opportuno. Mi auguro che alle tante adozioni del 2020 corrisponda una sensibilità maggiore in materia di diritti degli animali».

Ma il boom di adozioni è stato solo una faccia della pandemia. L'altro aspetto che ha interessato da vicino i quattrozampe è stato il rischio abbandono causa ricovero ospedaliero, o nei casi più drammatici, a seguito della morte dell'unico proprietario. Sempre secondo l'Enpa, le cessioni di animali per motivi economici o di salute sono aumentate del 20% rispetto all'anno prima.

E non solo. «Il nostro super lavoro si è concentrato sul servizio dog sitter alle persone in quarantena - ci racconta Antonella Gullo, vicepresidente Fiba, Federazione italiana benessere animali. Da una parte ci siamo occupati di trovare una sistemazione, temporanea o permanente, agli animali rimasti senza famiglia. Dall'altra, ci siamo fatti carico delle tre passeggiate quotidiane dei cani delle persone che si sono scoperte positive». Tutto gratis? «Sì, i costi di un dog sitter sono inavvicinabili per tempi prolungati. Riconosco che la solidarietà di chi vive nei piccoli centri è stata preziosa. Abito a Mediglia, piccolo comune lombardo ma opero in tutta la zona della Provincia, ciascun volontario ha potuto contare su una rosa di conoscenti: chi ha messo il proprio giardino a disposizione, chi ha accolto in casa i cani rimasti orfani, e poi vari studenti e pensionati disposti ad accompagnare gli animali nelle loro passeggiate quotidiane». Ma durante il lockdown come avete potuto muovere questa rete? «Ho ottenuto un permesso speciale dal sindaco per organizzare pronti interventi, ammetto che è una fortuna avere un primo cittadino con una spiccata sensibilità animalista.

Posso contare su un centinaio di volontari, chi si propone deve essere in grado di gestire un cane. Siamo riusciti a non mandare in canile nessun animale recuperato. È stato faticoso e doloroso. Il proprietario di una dolcissima cagnolina, Chicca, che viveva solo con lei da 17 anni, me l'ha affidata prima del ricovero in ospedale. Aveva 80 anni ed era cardiopatico. Quando ho trovato una famiglia disposta a tenere Chicca avrei voluto mostrargli una foto ma non mi è stato possibile entrare in ospedale.

Sono riuscita però a parlare con un medico e ho saputo che prima di morire gli era stata data la notizia».

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