Tremonti: «Manovra-bis? Inutile E le pensioni non si toccano»

POLITICHE SOCIALI «Mai tagli al sistema previdenziale finché al Tesoro ci sarò io»

RomaNessuna manovra correttiva. Né tagli al sistema pensionistico. Giulio Tremonti all’Ecofin di Bruxelles non parla dei casi di cronaca italiana, ma si sofferma sulle raccomandazioni della Commissione europea sul deficit diffuse lunedì dalle agenzie di stampa. L’obiettivo è chiaro: correggere la lettura che è stata data dai media. Quello di Bruxelles non è un diktat, visto che le indicazioni della Commissione sono in linea con i piani del governo italiano. Semmai si tratta di una promozione della politica economica del governo. «Io non mi aspettavo andasse così bene», assicura.
Entro il 2012 per la commissione guidata da Joaquin Almunia l’Italia dovrà tagliare il deficit dello 0,5 per cento. Ed è - osserva il ministro - «esattamente quello che avevamo previsto. Non dobbiamo fare manovre, dobbiamo continuare così», ha spiegato Tremonti.
Il rapporto deficit-Pil del 2012 nei documenti ufficiali del governo è prevista sotto il 3 per cento. «Tutti devono prendere una medicina. A noi è stata data la possibilità di andarci a curare prima, ma di prendere la medicina in piccole dosi. Dalla Commissione c’è stata una valutazione oggettivamente molto positiva. La medicina la devono prendere tutti, ma tra prima e dopo è meglio prima, a piccole dosi che non rischiano di essere dannose».
Nelle raccomandazioni che la Commissione fa a tutti gli Stati membri c’è un passaggio che riguarda l’esigenza di riformare i sistemi previdenziali e quelli dell’assistenza, per fare fronte all’invecchiamento della popolazione. Ma Tremonti dice che in Italia non ci saranno riduzioni delle risorse. «Se la parola è tagli, mai finché ci sarò io», ha assicurato. Il governo intende quindi rimanere fedele alla linea di condotta che si è dato con la crisi: nessuna misura che colpisca le politiche sociali.
Intanto al Senato sono cominciate le votazioni della finanziaria ed è previsto che l’aula di Palazzo Madama la licenzi entro sabato. Tempi stretti anche se sulle eventuali modifiche richieste dalla maggioranza è ancora presto. Ieri era in agenda un vertice tra il relatore, i capigruppo del centrodestra e il ministero, ma non c’è stato. Tremonti ha sentito Maurizio Gasparri al telefono. «Ci chiede di aspettare le entrate dello scudo fiscale», ha spiegato il presidente dei senatori Pdl.
La finanziaria è finita anche tra gli argomenti trattati da Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini all’incontro di ieri. Il presidente della Camera ha assicurato che saranno messi a disposizione fondi per la giustizia. «Io e il premier - ha assicurato - siamo concordi nel dire che il primo dovere è mettere a disposizione degli operatori del diritto, magistrati, cancellieri, cospicue risorse finanziarie perché in molti casi la lentezza dei processi deriva dal forte disagio economico dei tribunali». Prima della riforma, quindi, sarà la finanziaria ad occuparsi di giustizia. Berlusconi, «fin dalla finanziaria ora in discussione al Senato ha garantito stanziamenti per mettere il sistema giustizia in condizione di celebrare i processi in tempi certi», assicura Fini. Lo stesso Gasparri, dopo la telefonata con Tremonti, ha citato i «computer per la giustizia».
Probabilmente le modifiche alla Finanziaria introdotte dal Senato si fermeranno qui.

Gli altri nodi sono rinviati al passaggio alla Camera. Il taglio dell’Irap in primo luogo; poi l’eventuale proroga per lo scudo fiscale, l’attesissima cedolare secca sugli affitti. E, partita tra le più rilevanti dal punto di vista politico, i fondi per la sicurezza.

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