Trentamila euro a chi denuncia l’infibulazione

Ventimila sterline, pari a circa 30mila euro, a chi denuncia l’infibulazione femminile in Gran Bretagna. La polizia ha promesso l’ingente ricompensa per vincere il muro dell’omertà e mettere fine a una pratica che nel Regno Unito coinvolgerebbe settemila donne e bambine ogni anno, secondo la Bbc.
La mutilazione degli organi genitali femminili è praticata soprattutto dalle comunità islamiche africane e consiste nell’ablazione parziale o totale del clitoride e delle labbra. Le famiglie la considerano un modo per preservare la «purezza» delle ragazze, ma l’infibulazione può provocare gravi infezioni e persino la morte.
Una legge inglese del 2003, riprendendo una norma del 1985, prevede sanzioni penali fino a 14 anni di carcere anche per le operazioni effettuate all’estero. L’infibulazione tuttavia continua a essere praticata in segreto, in particolare d’estate quando molte donne tornano nei paesi d’origine.

«Non si tratta di un attacco contro le tradizioni culturali, ma di un’azione contro gli abusi sui bambini» ha spiegato Alastair Jeffrey dell’unità per la protezione dei minori.
Il mese scorso, dopo la morte di una ragazza di dodici anni, la pratica dell’infibulazione è stata messa al bando anche in Egitto.

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