Palla al centro che giochiamo la nostra Partita anche qui dove lo sguardo che ti seduce è soltanto un optional. Facce, espressioni, smorfie e sorrisi non sono compresi nel prezzo: la radio è bella anche per questo, più voce alla loro voce. I contenuti in primo piano, il resto non esiste proprio. Tre candidati (alle Primarie) e un microfono, le parole (o meglio i progetti) sono tutto, la voce che piace può servire molto. Marta Vincenzi, Edoardo Sanguineti, Stefano Zara: è il primo confronto radiofonico, sfizioso e divertente come se ci fosse davanti un plotone di telecamere. Appuntamento a Radio 19, sessanta minuti veloci e piacevoli. Si parla di Genova dalla a alla z, quando si fermano alla s (di stadio, quello nuovo ovviamente) c'è da divertirsi o da piangere. Per chi lo stadio bis vorrebbe costruirlo in fretta.
La radio del Secolo XIX ha mandato in onda il dibattito ieri dalle 18-19 nel corso della trasmissione Navigator, un doppio bis lunedì prossimo. Dalle 11 alle 12, e poi dalle 18 alle 19. Segnatevi le coordinate. Accendete la radio e alzate il volume, non resterete delusi. Sicuro. Loro tre contro tutti. Beppe Risso (capo redattore di Radio 19) e Giovanni Mari, giornalista del Secolo XIX che provano a scoprire la faccia che sarà della Superba. Chi vince e Genova, quale città sarà? Una tavola rotonda radiofonica senza imbarazzi, chiedono anche la cuffia, si calano alla perfezione nella insolita parte. E lo fanno mentre il sindaco Giuseppe Pericu, a margine della cerimonia a Palazzo Ducale per la Giornata della Memoria diceva chiaramente: «L'Associazione per il Partito Democratico invita i genovesi a votare alle primarie, ma non indica una preferenza sul candidato. A noi va bene sia Stefano Zara sia Marta Vincenzi, perché entrambi sono sostenitori del Partito Democratico». Aggiungendo, poi, che preferisce prendere le distanze da entrambi i candidati «perché sono il sindaco uscente e non voglio in alcun modo essere un fastidio per il mio successore».
Così Pericu mentre loro erano già scesi dal ring radiofonico dopo quel viaggio nella Genova che vorrebbero. E dove Riccardo Garrone vorrebbe uno stadio tutto nuovo nella zona di Sestri Ponente. Si, no, forse? Diciamo subito che Zara, Sanguineti e la Vincenzi su una cosa sono d'accordo: Marassi non si tocca, guai a pensarlo, questo deve essere chiaro. E sull'impianto da realizzare? Apre la Vincenzi: «Vediamo in base alle priorità della nostra città che mi pare non siano queste, ma anche alla disponibilità di finanziamenti privati che ad oggi non so quali possano essere. Credo che sia un tema sul quale il Comune dovrà avere un atteggiamento ben preciso: verificare rispetto alle priorità del territorio se questa proposta ci può stare oppure no e se non rischiano di venire meno altre ipotesi».
Tradotto, nel giorno in cui dovesse arrivare sul tavolo del sindaco Vincenzi questo progetto, lei ci penserebbe dieci, cento, mille volte. E forse non le basterebbero pure. Dimenticavamo il Luigi Ferraris, più chiara di così non potrebbe essere: «L'unica certezza è questa, l'attuale stadio non si tocca».
Seconda opinione, tocca al candidato Sanguineti. Che definisce il Ferraris «un monumento alla memoria cittadina che non deve essere sacrificato». Che accetterebbe anche il nuovo stadio «purché non sia una speculazione». Che risponde alla domanda, d'accordo; ma chiede di pensare soprattutto all'interesse della pubblica salute attraverso luoghi sportivi che non siano necessariamente calcistici». Traduzione numero due: concentriamoci in particolare sui piccoli impianti sportivi che mancano nei quartieri, il resto può aspettare.
Altro giro, altra risposta. Scende in campo Zara, la domanda è sempre quella: cosa ne pensa dello stadio nuovo (voluto fortissimamente dall'amico Riccardo Garrone)? «Penso che la duplicazione di uno stadio esclusivamente per il calcio non abbia francamente senso: se la proposta si riferisse ad un impianto più polivalente e moderno, e mi riferisco al modello inglese, verrà valutato. Ma dovrà essere inserito dentro un progetto urbanistico che abbia senso.
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