Bologna Per lui non era certo lultimo giorno di scuola. Anzi, viveva la prima da titolare in serie A, già «assaggiata» a maggio tra Palermo e il derby con il Lecce. Francesco lha celebrata con una tripletta in 54 minuti. Evento inatteso («devo ancora capire cosa è successo, intanto ringrazio Mutti per la chance che mi ha concesso»), tanto che alla fine non sa nemmeno a chi dedicare tutti i suoi gol, nati dagli assist di Huseklepp: «Uno sicuramente a mio zio, il secondo ai miei familiari e in particolare a Mirco e Marco, il terzo non saprei, diciamo a chi mi aspetta a Bari per festeggiare questo splendido pomeriggio».
Francesco Grandolfo, 19 anni il prossimo 26 luglio, ha tutta laria del bravo ragazzo. Non ha tatuaggi, non si toglie la maglia quando segna, neppure quando gliela chiedono a fine partita gli irriducibili tifosi baresi al seguito della squadra a Bologna. «Lho promessa al mio migliore amico», rivelerà il giovane attaccante, nato a Castellana Grotte ma cresciuto a Casamassima. «Ora sogno di fare la strada percorsa da Cassano», così Grandolfo. A Fantantonio lo lega la squadra dove si è formato, la Pro Inter di Bari, il passaggio ai giovanissimi regionali della società biancorossa ma anche il procuratore, visto che è gestito dallo studio di Giuseppe Bozzo.
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