La riorganizzazione del servizio sanitario passerebbe anche attraverso lingaggio di professionisti e fiduciari che qualche general manager ospedaliero sè portato dietro dal vecchio presidio dove aveva prestato servizio prima della nuova nomina. Non è un caso che chi ha ricoperto ruoli direzionali fuori regione, qualora torni nella capitali, ambisca a farcire il proprio staff di «esperti extra-territorio» magari avvalendosi dei comandi extra-regionali.
Le premesse alludono al San Camillo Forlanini, dove il direttore generale Luigi Macchitella, ha creduto bene di circondarsi di professionisti di cui si era avvalso già al Santa Maria di Terni. Una realtà che a giudizio del consigliere regionale dellUdc Massimiliano Maselli merita addirittura unaudizione speciale in commissione Sanità. «La richiesta per laudizione è inderogabile visto che cè la necessità di chiarire quali siano i termini degli incarichi assegnati nonché lo spostamento forzoso di alcuni dirigenti con specifiche professionalità e specializzazioni da reparti ad altri - incalza Maselli -. Un caso emblematico è il trasferimento del direttore della diagnostica per immagini, Loredana Adami, verso cui si è espresso pure il Sindacato nazionale radiologi. E che merita senzaltro uninterrogazione separata. Esempi che tracciano il comportamento arrogante di una certa sinistra che con il denaro pubblico riorganizza a piacere le strutture pubbliche senza che queste offrano davvero servizi migliori». Vale a dire che il motto sanitario di Marrazzo «risanamento, sviluppo e riequilibrio» male si applica al San Camillo? «Seppure ci fosse passerebbe comunque per Terni e dintorni, contando che - ammicca il consigliere Udc - il manager si è addirittura permesso di istituire nuovi ruoli dirigenziali per collocare in posizione di rilievo determinati consulenti. Quanto al suo di rilievo ci deve tenere parecchio contando che ha istituito pure la figura del portavoce con compiti di diretta collaborazione di carattere politico e con gli organi di informazione». Per analizzare gli incarichi di professionisti e consulenti nel dettaglio non bisogna guardarli nemmeno troppo in controluce per appurare che la provenienza di costoro, 4 su 6, è umbra e come piace definirla a Maselli «stiamo davanti alla ternizzazione del San Camillo». Mentre limpegno di spesa annuale supera i 350mila euro.
Ma vediamo chi sono. Il portavoce Alberto Bersani andrà a percepirne 30mila euro allanno. Altri 35mila sono impegnati per Gloria Ferdinandi inquadrata nella segreteria direzionale con annesso il protocollo aziendale. La Ferdinandi di ruolo allAsl 3 dellUmbria era già collaboratrice del manager a Terni. Per 47mila euro allanno Antonietta Proietti si dovrà occupare, come funzionario amministrativo, di un mutuo di 20 milioni di euro che lazienda San Camillo ha contratto per forniture medicali. A Daniela Donetti, dirigente del controllo di gestione, spetteranno 40mila euro annui. Anche dal suo curriculum si evince la sua folta attività umbra: da Foligno a Terni, Orvieto e Perugia.
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